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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 5

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1835-1836, pagine 244

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   aio
   potrebbe che il braccio della Raussa sleso ad Inleramnia
   proseguendo fino a Truento
   onde ivi congiungersi colla Salaria e colla Flaminia
   toccalo avesse Vallorina ; giacché
   anche nella supposizione della linea più breve
   numerandosi da Roma a Poggio-Umbricchio 104. miglia
   da questo a Teramo 11. miglia napolitano 7 i'd altre 14. da Teramo a Vallorina ; la colonna avrebbe dovuta segnare non 119. ma I2g. anzi 134• Iu line qui si parla di un Console Romano
   e dell' intervallo non da quella o da questa città
   ma da Roma. Bene dunque assodalo che la strada
   la quale passava per Vallorina e già protratta per 1 19. miglia
   provvenisse dalla città eterna ; proviamoci da tale dato ad investigarne 1' intero corso
   fissando iu prima colla debita precisione il sito
   ove il prezioso monumento fu rinvenuto .
   Circondato dai contadini di Vallorina
   alcuni de' quali aveano avuta parte allo scavo del i8*3. mi portai dalle case Lancia/lesi al punto
   onde la colonnetta crasi estratta collo scheletro
   sulla base di essa poggiante la lesta
   e coi rottami di opere laterizie che aveano composto un sepolcro non molto largo
   a loro detto
   ma assai profondo . Tale punto rimane due miglia all' est di S. Omero
   in un terreno già de' feudatar] di questo
   oggi de' sigg. de Sanctis di Torano
   lungo una strada
   la quale divide la contrada Vallorina ed il lenimento di S. Omero al sud
   dalla contrada S. Eupupa e dal territorio di Corropoli al nord . Una colonna migliare
   un sepolcro ( gli antichi ne aveano di ordinario sulle strade ) una via rimarchevole per aver separale giurisdizioni ecclesiastiche e civili ; tutto m' induceva a credere esser dessa stala la via
   che a noi è lecito e piacevole chiamar Metella . Una difficoltà sola aflacciavasi alia mente : e perché condurre la strada fino a quell' eminenza
   e non piuttosto lunghesso la sottoposta pianura della Ubrata ? Accostandomi però al fiume
   immantiuenti dileguossi il dubbio all' osservare clic ivi avanzandosi a rodere le falde della collina
   non lascia piano di sorta
   e clic colà presso il viaggiatore incontra altro inciampo in una palude
   dalla acque da esse sgorganti formata : in guisa che anche presentemente
   sT ei non ama soggiacere all' incomodo di passare sulla sponda sinistra ed indi a poco restituirsi alla destra 1 guazzando la Ubrata nelle vicinanze di Nerclo e riguazzandola a Ripoli ; ogni passaggio di acqua ed ogni ostacolo evita col cominciare dal piano della Scen-tella a montare a Vallorina
   col seguirne 1' altura per un quarto di miglio
   e col discendere di nuovo alla pianura dalla diruta Chiesa de' SS. Simone e Macario fin poco sopra le case Biancucci. Acclivio e declivio sono facili e dolci . E qualora si avesse a restaurar la Metella e si volesse risparmiare la spesa di due ponti
   bisognerebbe o spingere in là la corrente e disseccar la palude
   o divergere a Vallorina col sagrifizio non più che della metà di un miglio . A sì fatto parlilo almeno i Romani appigliaronsi .
   Or dal ben assodato sito della colonnetta indrizzando il guardo verso Roma 7 non vi è molto a squittinare sul luogo ove la strada io esame potuta avesse oltrepassare l'ultima barriera degli Appennini; imperocché tantosto 1' oculare ispezione altro adito non ci presenterà tranne la gola fra la montagna di Campii e la montagna di Civitella
   sufficientemente dilatalo dalle acque di Salino
   non lungi dai due villaggi di nome Macchia . Determinato questo secondo punto
   ho per risoluto il problema ; mentre interrogati gli abitanti di Macchia quale via eglino e le convicine popolazioni tengano per andare a Roma
   ci additano in prima la valle formata dal Salino : e