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Storia Ecclesiastica e Civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli (oggi città di Teramo) - Volume 5

Niccola Palma
Stampatore U. Angeletti, 1835-1836, pagine 244

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ai i
   dov' ossa manca
   un mezzo comodo di cammino all' in su di pendìo sub-ap-pennino della montagna Cavata
   percorrendo il rjualc si lasciano a destra Leofara
   il diruto S. Sisto
   Pascellata e Ceraso : ed a sinistra S. Biagio
   Serra
   Ciarelli e Paranisi. Durante sì fatta non difficile salila
   la strada venne condotta fra il Pretuzio ed il Piceno ; appartenendo la pendenza meridionale del dorso che si va montando alla parrocchia di Acquaralola ed a Rocca S. Maria : laddove la boreale fa parte di Valle Castellana . Giunta tra Ciarelli e Pascellata cominciava la via a penetrare nel Pretuzio
   nell'attuale comune di Rocca S. Maria : e maggiormente vi s' internava dalla contrada Tassillo
   battendolo di poi costantemente sino al nostro occidentale confine
   alle vette cioè degli Appennini . Da Tassillo si passa a ceppo di Cesa : dopo di che chi viaggia a cavallo è oggi costretto ad abbandonare la naturale direzione ed a fare il giro a mezzogiorno del monte Cavata
   col danno di f\. in 5. miglia ; giacche lo arresterebbero indi a poco alcuni stretti e profondi burroni
   conseguenze del tante volte deploralo insano disboscamento : di modo che se penserassi un giorno a ripristinar la Metella ( che il pubblico bene dee essere lo scopo delle filologiche ricerche ) farà mestieri soggiogarli con ponti . I pedoni però
   che sanno poterli sormontare
   prosieguono il cammino pel bosco Martese
   ove godono più miglia di buona strada
   resa rotabile dalla mano dell' uomo ed in parte selciata ( prima compruova della Metella e del suo corso ) : vantaggio tosto contrappcsato dal disagio di superare i ccnnati burroni
   j oslergati i quali
   s' in-noltrano per la pianura della montagna Motricana
   e per la contrada Cavallo . Qui 1' osservatore anche più grossolano rosta colpito allo scorgere la via incassata in ambedue i lati da grosse c lavorato pietre
   ordinate ad impedire le facili cadute alle sottoposte rupi ( seconda e più luminosa compruova di Romana strada ). Dal Cavallo si va alla sommità degli Appennini
   ma alla meno aspra
   chiamata Guado di Annibale
   tra Pizzo di Sivo
   che si lascia a dritta verso il Piceno
   c Pizzo di Moscio che si lascia a manca verso il Pretuzio . Avvegnaché ivi questo finisse
   ed ivi oggi finisca la provincia
   non dobbiamo arrestarci -
   essendo del nostro interesse conoscere 1' intera traccia della Metella . Avanti di declinale al secondo ulteriore Apruzzo
   convien fare attenzione al nome Maceria della morte di una contrada alquanto a destra del Guado di A/mibale : delle quali duo denominazioni seppe trarre profitlo il sig. Felice Martelli socio dell' Instilulo di corrispondenza archeologica ( nolo por la dotta sua opera sullo Antichità Si-cole ) nella Dissertazione isloriografa sali' itinerario di Annibale . Colla scorta di T. Livio sostenne che Annibale
   in seguilo della battaglia del Trasimeno e doj o aver foraggiato gli agri Pretuziano ed Atriano
   passò a devastare progressivamente i Marsi
   i Peligui
   i Marrucini e gli Appuli : e clic perciò la marcia di lui Ili per la via di Valle Castellana
   che scende all' Amatrice
   per Amiterno
   Saxia ove furono trovale le ossa quasi pioti ilicalc di smisurato elefante ( della specie Africana
   a sentimento dei naturalisti
   clic le hanno esaminate presso il Marchese Dragonelti
   il quale le conserva ) Carinone ( Cdrvaro ) ed Alba nei Marsi : donde il vittorioso Cartaginese potè seguire 1' andamento della Valeria
   nel trasferirsi a devastare successivamente Peligni
   Marrucini
   Arpi
   Lucerà ole. Ma non più di una marcia di desolazione
   e si torni piuttosto al nostro pacifico viaggio . Dall' altezza degli Appennini discendesi per la Solagiui e per la