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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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    XXVII -
   compie con la conoscenza e l'analisi dei suoi scritti (i). Là egli appare intero, mente eletta e colta, cuore retto e di nobili e squisiti sentimenti, sempre inteso al bene nella ricerca ed espressione del vero, sia che il colga nelle speculazioni sue e degli altri, ovvero nello svolgimento dei fatti individuali e sociali. Egli non conosce spirito di parte, ma condanna ed assolve secondo che giudica in sua coscienza netta.
   Spesso il nostro Muzii ha candore di un cronista del trecento con tutti i pregi e i difetti di quel tempo. Non conosce dubbio nò della sua fede, né del bene che fa o che raccomanda. Così nulla ci nasconde, nè conosce gli artifici! del dire per magnificare quanto fa oggetto della sua mente. Anche quando non si può approvare qualcuna delle sue opinioni, nè seguirlo nelle ricerche fatte, si ascolta volontieri.
   In verità di cuore si può dire che la serie dei cronisti Teramani, sebben tardi, comincia bene col Muzii, semplice e schietto, solo amante del bene e del vero.
   (i) Pel ritratto ad olio del Muzii, buona pittura di casa Muzii, il Tullij scrisse le seguenti parole e il sonetto minzoniano se non frugoniano :
   Sotto il Ritratto di Muzio Muzj scrittore di queste memorie storiche Patrie, dell'operetta che va in luce del Padre dì fameglia scritta per istruzione del di lui tìglio, e di alcune altre ancora.
   SONETTO
   Questa che industre man tela dipinse Del buon Muzio tra noi l'imagin serba. Innanzi a lui la fronte sua superba Chini l'obblio, che alteramente ei vinse.

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