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onorare la città natale come chiaramente afferma in più luoghi della Storia e dei Dialoghi Curiosi.
Occasione ne fu la venuta in Teramo del Padre Rocca cognominato lo scrittore dell'Ordine Eremitano e la sua richiesta di notizie cittadine ai Signori del Reggimento.
Il Muzii fu incaricato di darle e fece tanto bene che Monsignor Fabrizii e il Dottor Urbani lo esortarono a stendere per il primo la storia della sua città ; ed egli seguì la sua passione e il consiglio de' suoi egregi concittadini e al principio del 1596 cominciò a scrivere alla stesa al modo di storia, ma poi leggendola e non sodisfacendolo muto pensiero e fece risoluzione di scrivere in dialogo (1).
E sono sette i dialoghi tra Roberto Grandini e Giulio de' Fabricii. Sotto il nome di Giulio il Muzii nasconde se stesso. Fra loro in sette giornate d'estate nell'Orto di Giulio si svolgono i Dialoghi.
1 due interlocutori discorrono dei principali avvenimenti, dello stato della città lino al 1559 che seguono le paci tra i cittadini per opera specialmente delle gentildonne teramane. Quando ne viene loro il destro il discorso si aggira anche sulle cose del regno di Napoli e del resto d'Italia. Fanno spesso delle riflessioni, specie d'indole morale, sugli avvenimenti lieti e tristi, sullo stato florido della città, delle famiglie
(1) Storia di Teramo ec. pag. 5.