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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   - XXXVTIf 
   c. delle terre intorno. Si allietano o si attristano secondo la vicenda degli avvenimenti lieti e tristi, oggetto dei loro dialoghi.
   Questi ora che sono in istampa faranno meglio conoscere la storia cittadina ad un maggior numero di persone e varranno a far lare nuovi studii, giacche spesse volte non sono che accenni di fatti, ne fanno supporre altri e non di rado offrono materia a nuovi racconti. Non mancano ragioni per dubitare dei fatti ascoltati, gettono dei dubbi che devono essere risoluti.
   § io. Tentativi di pubblicazione dei Dialoghi.
   Sono stati parecchi dal tempo dell'A. ad oggi. Facciamone la storia.
   Nel 1600, cioè quattro anni dopo che il Muzii gli ebbe scritto, Fabritio uno degli interlocutori nei Dialoghi Curiosi, si maraviglia che il libro (la Storia) scritto a penna non sia dato in luce stampato. (1) Ma Camillo risponde: « l'A. non ha pensiero di farlo stampare, dicendo che sarebbe opera perduta, per non havere da servire ad altri che a Teramani, i quali men ne fariano conto, perchè nelle proprie patrie in niun pregio son tenuti i libri scritti dagli Autori dell'i-stesse patrie ».
   Ecco il primo, più che tentativo, desiderio di vedere stampata la Storia.
   (1) Dialoghi Curiosi ec. pag. 4.

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