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Della Storia di Teramo.
Dialoghi sette
Mutio deì Mutij
Tip. del Corriere Abruzzese, 1893, pagine 356

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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Si ringrazia Fausto Eugeni per aver messo
a disposizione la copia del volume.

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   - 281 
   dare Amba sci« tori in Napoli, od al Viceré della Provincia, e ricevere, e scriver lettere a questo, ed a quello, se ne passarono da i i di Decembre fin alli 2o di Febraro; nel qual giorno essendosi radunato 112 cittadini più principali, e facoltosi dopo molti discorsi e ragionamenti avuti tra loro, fu con voto di tutti, atteso, che gli Oratori mandati in Napoli non otteneano cosa alcuna in beneficio della Cilla, per non irritare a maggior collera il Mastro di Campo com'anco il Viceré della Provincia, che (trovandosi in Bellante) a-veva più volto scritto, che si dovessero alloggiare i soldati, conchiusero che si accettassero due compagnie e nel resto l'Università si rimettesse alla grazia del Viceré, e del Mastro di Campo. E così l'ultimo di Pebraro 1540 entrò in Teramo la compagnia di 1). Sanees non essendoci però la persona sua, ed il 2 di Marzo la compagnia del Mastro di Campo, ed il Viceré con tutta la sua Corte. Fu ristesso giorno data la supplica al Viceré per parte dell'Università, nella quale con lunghe, e ben accomodate parole dicea, che avendo essa Università avuto ricorso a S. E., per ottener grazia di divertire l'alloggiamento per la gran carestia del pane, ch'era nella Città, non già per dissubidire agli ordini Regii, aveva ricusato, di dare detto alloggiamento, soggiungendo altre ragioni in suo favore. Ma il Viceré rimandò indietro detta supplica, dicendo esser ripiena di parole palliate, e volse che se ne presentasse una, nella quale a-perlamente si conlessassero Lutti i progressi della Città dal giorno del denegato alloggiamento, la quale il dì seguente fu scritto, confessato il tutto, e presentata, ed il dì 4 Marzo l'Università fu condannata a pagare tre mila scudi di pena, ed esser gi t ta ti a terra quaranta passi di muraglie della Cillà. Fu di questa sentenza appellato al S. C., e mandato in Napoli, ma poi per miglior partito l'appellazione non fu proseguita.
   Rob. La pena fu pagala?
   Giul. Integralmente, ma non tutta insieme, avendo S. E, conceduta dilazione di alcuni mesi per la metà.
   Rob. Ed i soldati quanto tempo stettero in Teramo?
   Giul. Due mesi, ma il Viceré solo uno, ne quali solo per legna da ardere per la sua Corte, e per le guardie de soldati (non valendo più di cinque carlini la canna) furono spesi 200 docati: quanto fosse speso per il resto potete considerarlo voi.

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