Stai consultando: 'Storia di Vasto. Città in Apruzzo Citeriore ', Luigi Marchesani

   

Pagina (7/442)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (7/442)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Storia di Vasto. Città in Apruzzo Citeriore

Luigi Marchesani
Da Torchi dell'Osservatore Medico Napoli, 1838, pagine 364

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   componimenti II Pacichellt nel Regno eli Napoli in prospettiva non è diverso dal Palma per brevità e per iscafsezza di narrazioni; nè dal ralma lo sono stati altri autori, come il Giustiniani nel Dizionario geografico del Regno di Napoli, il Tria nelle Memorie di Larino, i quali non di proposito e per unico obietto,della città nostra ebbero a discorrere. Grandi speranze concepimmo allorché fu pubblicato il primo volume dell' Antinori sulle Antichità Frentane ,
   Soichè se il terzo* volume, uguale al primo in numero i pagine, si fosse stampato, ogni minima cosa di Vasto quivi sarebbe stata registrata; ma volle sventura nostra che soddisfatte non venissero le promesse. Se-
   f ui all'Antinori il Romanelli: leggere in fronte alla i costui opera di Scoverte patrie nella Regione Frentana il i8o5 è un rallegrarsi che la Storia di Vasto sino a tal' epoca è portata; eppure, eccezion fatta di pochi avvenimenti posteriori al de Benedictis, il Romanelli è de Benedictis, anzi monco e di gran lunga inferiore a quest'ultimo. Vasto adunque manca ancora di compiuta storia, che la mercè delle stampe possa leggersi da chiunque ne à vaghezza, insufficiente essendo ogni altra già pubblicata. All'ardita impresa io mi accingo. Scrivo la presente storia principalmente su i lavori di de Benedictis e di Romanelli: mi sarei però tosto fermato se al ben della patria non vivessero cittadini al pari di me amantissimi del lo splendore di Vasto, 1 quali grande aiuto col loro sapere mi ànno apprestato, e fra essi vuol gratitudine che io nomini specialmente i dottori in legge Pietro Mu-zii, Gaetano de Benedictis e Conte Antonio Tiberii.
   Sarà poi meco il mio pubblico indulgente, spero; non taccerammi di mancante critica in riferire i fatti, perchè ei sa quanto la medica professione da quella di storico disti, e come la mia settilustre età non potea-mielevare ascranna di censore; altronde,mio progetto h il riunire i fatti, più che giudicarli. Soggiungo cho non dirò fatto, il quale non si appoggi all' autorità di Scrittori da me con immensa fatica consultati e con
   . ,