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Storia di Vasto. Città in Apruzzo Citeriore

Luigi Marchesani
Da Torchi dell'Osservatore Medico Napoli, 1838, pagine 364

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a cura di Federico Adamoli

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   umane. Pare che là città nostra sperimentati avesse tatti questi flagelli. Le storie ne assicurano di molti disastri da' quali l'abitato fu colpito: elle in generici modi si espresse-' ro quando la distruzione si sparse sopra intere regioni, come nelle invasioni de'tanti barbari popoli, specialmente Goti e Longobardi. Di particolare sappiamo che i Saraceni annidati in Bari, nell*864 dell'E. G. devastarono con incendio le città marittime da Àncoua ad Otranto (7): indubitatamente questa citta non risparmiarono. Incendio vi appiccarono gli Ùngheri in Maggio §37 (8). Per siffatte calamità, e perchè già da gran tempo la protettrice aquila romana caduta era. coti V impero , la città nostra restò povera di onorificenze , di edifizii e di cittadini, in guisa che nel; 942 ella più qpn era che una terra (9) e nel 1047 appena un castello (10). A' guasti, che l'uomo le apportò si aggiungano que'della natura stessa*, lo argomentiamo dall' osservare che il giardino di S. Antonio, tuttodì scoscende e che del primitivo suo muro orientale rimangono soltanto gli estremi, i quali segnano non picciolo spazio di terra. Di là da questo muro primitivo e rovina ter, si regge ancora grosso pezzo di muraglia di antichissi* ma solida costruzione,che forse congiungevasi all'altro pezzo di muro di eguale costituzione e cemento esistente sotto porta palazzo; e vuoisi da taluni che tra questo ultimo vetustissimo muro e quello delle Lame fosse porzione del paese, percorsa dà tre strade, Tana di costa al muro e le altre più interne; e che ivi restava II quartiere de'Marmorari! o degli Orefici. In fine dirò che lo scoscendimento avvenuto nel r8i6 può essere stato ripetizione di altrj uguali avvenimenti io dan-no dev'abitato, fiotto il governo de* Normanni la città cominciò a risorgere. Non molto lungi dalle superstiti antiche fabbriche! nuove case si edificarono: nel 1369 erano esse ripartite in due comunità distinte- ira' loro per amministrazione civile e per esercizio^! i religione; era l'una la terra di Guasto d'Aimone, 6 l'altra il Castello di Guasto Gisoue (n). Gfi olmi nel largo di S. Giuseppe (12) e'J canneto lungo la strada della coriea degli scarpari, la quale formava una piccola vallata (6), segnarono forse la linea divisoria tra i due Guasti: è incerto se nella parte di S. Maria, luogo più eminente, restasse Guasto Aimone, e pel basso di S. Pietra Guasto Gi-sone, o Guasto superiore e Guasto inferiore.
   Risorgendo così la città nell'umile forma di due castel-. li, altre sciagure V attendevano prima che a migliore aspetto ed all' attuale stato ella giungesse. Iu vero ribellati essendosi Luigi Duca di Durazzo e Paladino Conte di Miner* vino contra Lodptico di Taranto re di Napoli e marito di
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