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Storia di Vasto. Città in Apruzzo Citeriore

Luigi Marchesani
Da Torchi dell'Osservatore Medico Napoli, 1838, pagine 364

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a cura di Federico Adamoli

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   Àymone, venne cosi la città nostra a denominarsi Castaldìa di Aimone: di qui Guaito di Aimone e semplicemente Guasto (nome usato sino al secolo decimosesto), poi Vano Aimone e corrottamente Vasto Ammone (non dal tempio di Giove Ammone) ed oggi Vasto (5). Il Giustiniani pretende de-rivare Vasto da devastazione (25): non v'à dubbio, che la città nostra vi fu soggetta molte volte; * ma a rendere probabile l'addutta etimologia farebbe mestieri un qualche documento.
   4 Quanto a Vasto Gisone, forse fu pur Gastaldia, e per un altro Preside o Gastaldo prese nome di Vasto Gisone.
   Intorno alla lingua , di cui gl' Istotiiesi si servivano, altro non conosciamo che generalità sino all' epoca de' Longobardi. Parlavasi da' Frentani forse la lingua osca nel quinto secolo di Roma, poiché i Sanniti, nostri viciui e con noi iu commercio , teneano osco idioma negli anni 4^7 di Roma (26). Il tegolo sepolcrale trovalo in Lanciano (27) porge un* i-dea della scrittura osca (Tavola topografica di Vasto. n.(i)), la quale mostra i caratteri, che si rinvengono in quella greca e nella latina*, senza che però sia air una o all'altra uguale. Con la venuta degli Etruschi s'introdusse la di costoro lingua, poiché le monete frentane ànno le loro leggende in questa lingua, la quale fu probabilmente un dialetto della osca (28). La moneta frentana, che il Romanelli dipinger fece nel frontespizio della sua opera di Scoverte patrie , e che anch' io riporto (Tav. topog. n. (2) ), à la parola Frentrei, scritta in etrusco : ella leggesi da destra a sinistra. Rattennero le nostre contrade la propria lingua sino a che non divennero colouie romane (29). Fu forza indi che si adottasse il linguaggio latino, e lo provano le molte nostre iscrizióni. Alla lingua latina subentrò la Longobarda: di fatti molti vocaboli attualmente in uso sono originarii di quest' ultima, come Lama, che • dir vuole Piscina (3o); Meta% che presso i Longobardi significava promessa o co no fido ^ ossia obbligazione nel dì delle nozze (31). Sarebbe curiosa la ricerca del motivo, onde una contrada rurale di Vasto, rinomata per amenità, fertilità, per oggetti di antichità, si trovi denominata Meta. Ne' posteriori tempi qui, come in ogni altro luogo, s'ingenerò uno de' dialetti della volgare lingua. È da credersi però che non sia stata abbandonata in verun tempo la. lingua latina, come rileviamo dalle scritture formate ne'secoli stessi, in cui le altre lingue vi* gevóno; e ch'ella si comprendesse anche dal volgo sino al sestodecimo secolo, poiché gl' istrumenti de' Notari scrivevansi in lingua latina; indi il volgo non la intendeva più, talché i Notari vergavano le scritturo loro nella lingua italiana, di* chiarando che di essa si servivano ond'essere meglio intesi ; e ciò nel secolo decimosettimo (32).
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