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perduta indipendenza le ruberìe, le aceision», i saccheggi e le devastazioni si accoppiarono. Di fatti si popolate di ladroni erano molte nostre provincie , fra le quali il Sannio , che negli anni 364 dell'E. ( . Valentiniano il vecchio videsi nel duro caso di proibire alla generalità de'sudditi il possesso e l'uso de' cavalli , perchè questi agevolavano le scorrerie e i ladroneggi (55). Aveano i primi Goti, poco innanzi il 4*3 dell'E. C., a sì mal partito ridutte le sostanze di questi popoli , fra i quali i Sanniti , con un solo precipitoso loro passaggio, che fu necessità ad Onorio nel notato anno rilasciare al Sannio non meno che ad altre Provincie i quattro quinti del loro aitnal tributo (56).
Il 475 di G. C. segna la caduta dell1 impero di occidente. Odoacre condottiero degli Eroli strappa lo scettro ad Augustolo, e queste provincie al suo militar comaudo assoggetta. Teodorico guida i Goti in Italia, vi uccide Odoacre nel 493, e noi sottopone al governo di lui, che re d'Italia si dichiara. Correvano gli anni 553 di nostra salute quando disfatto ed ucciso il Goto Teja re d'Italia dalle armate vincitrici di Costantinopoli, noi sudditi divenimmo del greco impero. A' Greci apportarono guerra i Lomgobafdi negli anni 574 di G. C. Questa nuova gente man mano conquistando , in fine giunse ad impadronirsi d'Istonio. Carlo Magno distruggendo il regno de'Longobardi ( ma lasciando a'Duchi di tal nazione il possesso de' loro stati col peso del tributo ) diede principio al regno de' Franchi in Italia nel 774; laonde puranche Vasto il nuovo governo sperimentò. Parlano di queste politiche vicende le storie d' Italia e del regno, le quali in appoggio io chiamo, unitamele a quanto dimostrerò nella corografia politica di Vasto. E che altro dir vuole la devastazione distorno se non che pur noi soffrimmo ì bellici furori, le rapine, i saccheggi e quanti altri mali colpirono Italia in que'tempi di orrore?
Vasto obbedì alle leggi non solo de' capi della nazione dominante, ma a quelle altresì che dettate gli vennero da particolar possessore quando le infèudazioni co' Longobardi s'introdussero. Di fatti si spettò questa terra ad Aimone, ed a Gisone , i di cui successori nella terra medesima ci sono ignoti. Fu poi mestieri che Vasto rinunziato avesse sin la vanità di pareggiare nel titolo di Gastaldia Chieti e qualche altra, città, poictiè affa sciata con nobili ed ignobili terre passò alla suggestione di potenti Ducati, come dirò nella corografia politica di Vasto* Neil1 entrar dell'undeciino secolo la nostra città cominciò a riveder più vicino domine. Trasmondo discendente da' Longobardi , Duca e Marchese