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Storia di Vasto. Città in Apruzzo Citeriore

Luigi Marchesani
Da Torchi dell'Osservatore Medico Napoli, 1838, pagine 364

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   cui individui saranno menzionati fra gli tlomini illustri, co* me ancora altre famiglie, le quali sono nominate o «nel corso della storia , ovvero nelle iscrizioni lapidarie posteriori alla caduta dell' impero occidentale: ciò non toglie ch'io dica di esse negli acconci*luoghi quanto ne so. Da' marmi si recano a nostra conoscenza le illustri famiglie e i personaggi, che venuti da Roma, in Istonio si stabilirono e presero cittadinanza.
   La gente Paquia o Pachia. Di essa contiamo I (lscr. 6. in sei versi) Publio Paquio Sceva , figlio di Sceva e di Flavia , nipote di Conso e di Didia , pronipote di Barbo e di Diruzia ; Questore, Decemviro a giudicare le liti , per Se* natoconsulto dopo la Questura Quatuorviro capitale ; per Senatoconsulto. dopo la Questura e '1 Decemvirato a giudicare le liti Tribuno della Plebe, Edile Gurule, Giudice della Questione, Pretore dell'Erario, Proconsole della Provincia di Cipro , per Senatoconsulto Curatore delle strade fuori Roma per cinque anni ; non per sorteggio , ma per autorità di Cesare Angusto e per Senatoconsulto novellamente creato * Proconsole e mandato a comporre lo stato nel restante della Provincia di Cipro, Feciale; consobri no e marito di Flavia figlia di Conso; nipote di Scapula, pronipote di Barbio, insieme ad essa sepolto. La iscr. 7. in cinque versi spetta alla moglie di lui: vi si legge, Flavia figlia di Conio e di Didia, nipote di -Scapula e di Sinnia, pronipote di Barbio e di Diruzia, con-sobrina e moglie di P. Paquio Sceva nipote di Conso, pronipote di Barbio ; insieme ad esso sepolta. Queste iscrizioni stanno scolpite, l'una a destra, l'altra a sinistra, dentro una Priva o Arca (Disomo) marmorea, parai lei epipeda, di un sol pezzo, alta palmi a, lunga 8, e larga 4» divisa nel suo interno per orlo marmoreo in due seni forniti di guanciali rilevati sullo stesso marmo : in questi furono collocati i cadaveri di Paquio e di Flavia , le ossa de' quali vi furono trovate non bruciate ma intatte (5). Questo prezioso sepolcro portatile fu rinvenuto nell'altare di S. Tommaso (121) forse nella chiesa dell'Annunciata o S. Domenico: è tuttavia conservato in terragna stanza di S. Maria. Fu tolta dalla iscrizione di P. Pa-chio la voce stlitibus (in), la quale il grammatico Valerio Probo, vissuto nella metà del primo secolo cristiano,scrisse equivalere a litibus rinvenuta o inventata nella città d'Isto-nio (122). Serva l'autorità di Probo a smentir coloro (i*3), i quali asserirono possedersi da altre citjtà la priva di Pa-chio e di Flavia. II. La iscr. 8 nomina Pah io Candido Edile. Dimostrò il dottissimo Benedetto Betti che Vh di questa parola pareggi nella pronunzia il q o il eh \ imperò indistinto spesse vòlte era l'uso di tali lettere nella scrittura) quin-