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Storia di Vasto. Città in Apruzzo Citeriore

Luigi Marchesani
Da Torchi dell'Osservatore Medico Napoli, 1838, pagine 364

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   3o8 .
   Io, se qui di pochissime persone il gelo colerico annichilò la vita, e se buona salute dalla popolazione si godeva f Allo spavento delle nazioni*tutte essi volgano la mente: dirizzino lo sguardo alle lagrime di Napoli e de9 paesi a noi vicini: meditino ne'libri la tormentosissima malattia, in poche ore letale, qual la vidi io in Napoli dall'Aprile al Settembre del 1837; così potranno apprezzare quanto maggiori della grazia impetrata per l'Arcangelo nel 1817, furono i miracoli ottenuti nel i836 e nel i83y. Nella prima di queste due epoche la città' nostra non vide il Colera % il quale, circa la metà di Settembre, scoppiò nella vicina Rodi , paese seconoi commerciante ; neppur lo vide quando dal finire dello stesso Settembre t836 a Dicembre la malattia danneggiava per la prima volta la Capitale del Regno, con la quale il nostro tradico è grande: ne ragion vi eia per rimanerne esenti, sia che da particolare stato dell'atmo^ «fera tal morbo si generi, sia che per contagio si diffonda » poiché nell' un caso rispondiamo respirar noi quasi dentro comune orizzonte con Rodi, e nell' altro non esser mancato il commercio ne'primi tempi della epidemia di Rodi, e di Napoli : fu dopo gran pezza che un cordone si stabili per mare e per terra. In memoria della quale preservazione si sospese alla statua dell* Arcangelo un medaglione di argento pesante circa once tre, ov*è inciso: La fedissima città di Vasto al glorioso Proiettore S* Michele Areati-gito, a òi Dicembre i836. Non si passarono co»i felicemente le cose nel 1837.
   Gli amari gemiti di Napoli , di Montenero di bisaccia j di Palata, di Tavenna e di altri luoghi aveano percosso di grave timore questa popolazione. Ovunque il colerico morbo nòn era apparso ei veniva reputato contagioso ; laonde , permesse essendo le precauzioni, il Distretto si cinse di cordonò , le terre si guardavano, e 1* interno traffico si agevolava per Bullettini di salute. Era intanto decretato che la spaventevól fisonomia del Colera dovesse «lasciarsi vedere in Vasto.
   Nella mattina di Giovedì, i3 Luglio 1837, Pietro d* Angelo , mietendo con altri venuti da Montenero , ove dominava il Colera, è assalito da questo morbo , ed alle ore quattro della sussecutiva notte ne muore: dicesi sepolto accanto alla Cappella di S. Nicola delti Meta. Nel dì i4 due mietiori , che in Montenero aveano esercitato 1' uffizio di becchini , sono invasi dalla malattia, per la quale r uno nel dì i5, 1' altro nel dì 16 periscono. Sorgendo il mattino del giorno x 7 uq' abitatrice dell' Aragona è ag-
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