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chi giorni da che il Duca aveva avute il nuovo oggetto, fé' chiamare chi glielo aveva acquistato e mostrandogli sopra un tavolo, orribile a dirsi, una testa umana recisa con sopra un cappello, domandogli se riconoscesse quella testa e quel cappello. E quei tosto ravvisò con orrore il capo dell'amico suo, che per un istante aveva portato il cappello ducale. — Corre pure tra il popolo la novella che chiunque passasse sotto la finestra del castello del Duca, quando questi vi fosse affacciato, do-vessa lì fermarsi col naso in aria, finché non avesse da lui la licenza di proceder oltre. — 11 racconto che segue tramanda un certo odore da non doversi davvero porre sotto il naso del delicato leggitore; ma per dar saggio altresì degli aneddoti ridicoli, citiamolo: Dopo un lauto desinare messer lo Duca faceva il chilo tranquillamente sullo spianato del castello, allorché gli venne veduto due villani che di colà passavano. Egli li chiama a sé e comanda ad un di loro di metter giù in sua presenza qualche cosa inesprimibile; quegli si schermisce in mille modi dal far ciò, il Duca vieppiù lo stringe, finché il compagno lo persuade dicendogli: « Da gusto al signore » Cede quei alla fine e compie l'opera e allora il Du^a rivoltosi all'altro gl'ingiunge d'ingollarla. Non ci fu verso; lo -sciagurato, incalzato a sua volta dal compagno a « dar gusto al Signore » dovè adempiere l'incredibile co-