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a vista dì due grandi ruderi posti al chilometro 4. e al di là di questa strada. Sono avanzi di antichi sepolcri, da cui gli scrittori di cose nostre hanno argomentato, sebbene a mò d'ipotesi, l'esistenza di una via romana tra Interamnia e Cast min novum, 1) e de' quali v'avea maggior copia nal secolo del Campano (XV), che gli accenna in questa foggia: « Extra urbera sepulcra, lapidesque itinerarii ». Que' nudi ruderi dominanti il bel piano di Giulia non potevano non destar nella fantasia popolare immagini di fate e di giganti. Se fossimo in Germania vi andrebbero unite tetre leggende di diavoli e di streghe: in Italia invece, ove com'è limpido il ciclo così è serena l'immaginazione, siffatte rovine danno argomento a leggènde più liete. Così il nostro popolo chiama quelle vecchie tombe « I passi del gigante Orlando » e vi fabbrica sopra la seguente fiaba. A' tempi delle fate viveva il gigante Orlando, il quale era sì colossale che il suo passo mirurava la distanza interposta
1) Questo notizia divenne certo nel 1873, allorché presso Porta Collina rifilo scavarsi le fondamenta del nuovo palazzo pel Ministero delle Finanze, fu scoverta una lapide dottamente illustrata dal Hnlson, (Not degli scavi, 1896 pp. 87-99) la quale prova che la via Cecilia (diramazone della Salaria) esisteva già nel 117 avanti Cristo e che da essa, fra il miglio ?8 e il 12'J, distacca-vasi una via laterale per Teramo " Jntaramnium vor-SUB,, cojne iyj si Jegge,