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Lungo la strada ferrata da Giulianova a Teramo
Note storiche ed anedottiche
Francesco Savini
F. Fabbri - Teramo Roma, 1927, pagine 53

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Antonellisti, tornato sano e salvo in patria è tutto ancor pieno del terrore inspiratogli dalla veduta catastrofe, volle appiccare alle mura della sua casa, stabil memoria del consiglio dell'Acquaviva, cioè del tenersi bene la lingua in bocca. A tal fine fece egli scolpire sur una pietra due teste in profilo guardante»! l'una l'altra, con le lingue tirate fuori e trafitte da un compasso e con sopravi scritto in un cartello; a lo parlare agi mvsura. La casa e la pietra veggonsi ancora intatte verso il mezzo della strada di Porta Romana in Teramo a destra di chi cammina verso la Porta.
   XIII
   Mentre l'immaginazione del viaggiatore è ancor colpita dai tristi ricordi di que' tempi feroci, il treno si arresta alla prima stazione che incontrasi sul nuovo tronco e che chiamasi di Mosciano S. Angelo dal nome del ridente paese che le torreggia a fianco sur un ameno colle. Questo borgo, al par di Giulia, fé' sempre parte, eccetto brevi interruzioni, de' vasti feudi degli Acqnavivaed anzi con la lapida tutt'ora esistente nella torre della sua matrice di 8. Angelo ci fornisce la prova più antica e più autentica che fin dal 1397, che è l'epoca segnata nell'epigrafe, gli Acquaviva usarono il titolo di Buchi d'Atri. La torre, costrutta in bella e semplice forma e i cui merli ci additano lo scopo precipuo

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