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Lungo la strada ferrata da Giulianova a Teramo
Note storiche ed anedottiche
Francesco Savini
F. Fabbri - Teramo Roma, 1927, pagine 53

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'antica iniziale. Ne abbiamo le prime notizie, già s'intende, feudali, come accade quasi sempre degli altri paesi della regione, nello scorcio del secolo XII, quando appare dipendente da un Borello di Celiino. Nel secolo seguente, e proprio nel 1279, sono baroni di Lo-taresco Arpino di Camarda e i Monaci del vicino Propezzano; dipoi Notaresco entra nel gran novero dei feudi di casa Acquavivà e vi resta fino all'estinzione di questa nel 1757.
   XVIII
   Rifacciamo ora la strada e, discendendo dall'erta, torniamo alla stazione di Notaresco. Fatto buon tratto s'incontra la terza, che serve a Eipattone ed a Sellante, ne' quali paesi conduce un tronco di strada rotabile che veggiamo a destra subito dopo aver percorso uà paio di chilometri da essa Stazione. C'imbattiamo pria col picciol villaggio di Eipattone, la cui robusta torre già feudale e una delle pochissime superstiti della nostra regione, attrae tosto i nostri sguardi. Essa ci rammenta i suoi antichi baroni, primo tra' quali la storia ci presenta Attone Todino che dette ancora il nome alla terra: Ripa Actonis, e che comparisce nella celebre mostra dei feudatarii ordinata dai Re Normanni negli ultimi anni del secolo XII. Gli Acquavivà, i soliti padroni di quasi tutte le nostre contrade feu-

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