Stai consultando: 'Lungo la strada ferrata da Giulianova a Teramo Note storiche ed anedottiche', di Francesco Savini

   

Pagina (33/52)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (33/52)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Lungo la strada ferrata da Giulianova a Teramo
Note storiche ed anedottiche
Francesco Savini
F. Fabbri - Teramo Roma, 1927, pagine 53

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   
   dalì, cominciano ad 'apparire, sebbene insieme con altri, signori di Eipattoue nell'altra mostra del 1279 e quindi internamente ne' secoli seguenti insino all'estinzione del ramo ducale di Atri accaduta nel 1757, eccetto pochi anni degli ultimi del secolo XVI, ne' quali quel castello appartenne agli Scornati ed ai Valignani di Ohieti.
   XIX
   Eccoci intanto a Sellante, ove arriviamo dopo un'ora di carrozza dalla stazione di Bel-lante-Bipattone. Sellante nella citata mostra del secolo XII appare anch' esso soggetto al sunnominato Attone Todino, nel secolo seguente appartenne a quel Gualtieri di Bei-lante che nel 1279 fu capo, siccome dicemmo al §8, dei baroni teramani ribelli a Carlo II di Angiò. Nel 1353 questo feudo, uno dei più importanti del Teramano, è già fregiato del titolo di Contea ed è goduto da Pietro Sal-vacossa di Napoli. Non molto dipoi ne divengono, al solito, signori gli Acquaviva, che nel secolo XVI se ne intitolano Marchesi: disciolto il Marchesato e venduto per pagare i creditori di Giuseppe Acquaviva, Arcivescovo di Tebe, Io possedettero prima i Eiario nel 1645 con titolo di Baroni, indi i Cattaneo di Genova dal 1647 al 1698, allorquando ritornò agli antichi possessori, i Buchi di Atri, che lo tennero fino alla loro estinzione nel 1755.

Scarica