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di questi fu il Cardinale Latino Orsini, il quale nel 1473 donò generosamente al Capitolo della Cattedrale di Teramo i vasti territorii di S. Atto. Abbandonato così il monastero, la sua caduta divenne più rapida, sicché da lunghissimo tempo non se ne scorgeva più traccia. La Chiesa, perché ravvivata dal culto, durò più a lungo ed ancor sullo scorcio del passato secolo vedeasi il suo bel portone di marino; ma finì in tutto di minare nel 1808. Ciò nonostante, fino a pochi anni fa vecle-vansi ancora i ruderi dell'abside e del campanile ed altresì un angusto ingresso della antichissima cripta. Ora tutto è barbaramente ricoperto da un nuovo fabbricato eretto nien-temeno che ad uso di stalla. Ecco la sorte comune a molti edifizii sacri delle nostre contrade; eppur son essi monumenti della religione e dell'arte dei nostri antenati e ricordano l'attività di quei monaci, che oggi è moda di maledire e che pur tanto giovarono al dissodamento delle nostre allora abbandonate terre e alla conservazione di tesori letterarii e di documenti cotanto preziosi per la nostra storia. E, nel caso nostro, valgano a provar ciò i tre benedettini cenobii che in un brevissimo tratto della strada da noi percorsa s'incontrano: S. Angelo di Mosciano, i SS. Sette Frati e S. Atto. Nei documenti difatti a loro appartenenti e raccolti da storici nostri e di Monti-cassino abbondano ]e menzioni