Stai consultando: 'Lungo la strada ferrata da Giulianova a Teramo Note storiche ed anedottiche', di Francesco Savini

   

Pagina (36/52)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (36/52)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Lungo la strada ferrata da Giulianova a Teramo
Note storiche ed anedottiche
Francesco Savini
F. Fabbri - Teramo Roma, 1927, pagine 53

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   - 39 -
   dei tanti villaggi che fiorivano loro intorno e che in parte rovinarono ed in parte ancor sassistono, siccome Fora florida borgata di Mosciaoo che andò a poco a poco sorgendo sotto il dominio e gli auspicji insieme dei monaci di S. Benedetto. Gli abitanti di quei villaggi erano appunto i coltivatori che, sotto la guida di essi, rendevano fruttifere le terre d'intorno. Frattanto a fianco di questi gli artefici innalzavano i bellissimi templi e le loro magnifiche porte, di cui restano ancora alcune, siccome quelle di S. Maria a Mare (v. sopra § 6.) e di S. Maria di Propezzano presso Notaresco, per dimostrare a quanta eleganza e finitezza era salita-la nostra scul-tora ornamentale ne' secoli XI e XII. Dopo quest'ultima epoca l'arte nostra vien meno; giacché strappata la regione teramana, per la violenta conquista de' Normanni, dal Piceno e aggregata al nuovo Regno di Napoli, decaddero i grandi istituiti monastici, allora i soli che tenevano accesa la face delle scienze e delle arti, e in loro vece si tese più fitta la rete degl'innumerevoli signorotti feudali tutt'altro che fautori della prosperità agricola e civile della contrada, e questa fu avvolta miserabilmente nelle spire della mo-narchia feudale dei Ee di Napoli, la quale ci rapì all'arte ed alla civiltà della restante Italia. La nostra piccola regione non potea certo con Je proprie forile liberarsi da quelle strette e

Scarica