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Lungo la strada ferrata da Giulianova a Teramo
Note storiche ed anedottiche
Francesco Savini
F. Fabbri - Teramo Roma, 1927, pagine 53

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   il riguardo degli eventi feudali dipese Tera-mo dal proprio Vescovo, il quale a poco a poco, siccome avveniva in molte altre città d'Italia, venne cedendo i suoi diritti nelle mani dei magistrati cittadini; ma ciò nonostante pur rimase qualche larva di potestà vescovile in città fino all'abolizione dei feudi nel 1806. La sede a prati ria è antichissima e vuoisi anche d'instituzioue apostolica; certa notizia però nou se ne ha prima del secolo VI. Poco dopo cha Teramo cadde sotto la dominazione dei re normanni, ebbe a patire da un congiunto di questi e ad essi riballe, il Conte di Lol'etello, l'incendio e la distruzione; fu poro tosto riedificata dai proprio Vescovo Guido II. Si resse poi quasi sempre coi suoi magistrati municipali e col regio Capitano sotto gli auspici del Vescovo e la guarentigia della libertà demaniale. Se non che, facendo parte del più feudale Stato d'Italia, nou potea mancare nei suoi annuali qualche periodo di Signoria feudale. Soggiacque difatti Teramo nella fine del secolo XIV, dopo aver subito il giogo biennale de! patrio tirannello Antouello di Valle, a quello degli Acquaviva Duchi di Atri: l'uccisione d'uà di costoro, compiuta iti Teramo nel 1407 dai suddetti di Melatine, sospese per breve tempo il loro doni nio. Nel secolo XV fu la città preda delle sanguinose fazioni molatinista e auto-neltisra e patì a vicenda la Signoria dei ce-

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