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Lungo la strada ferrata da Giulianova a Teramo
Note storiche ed anedottiche
Francesco Savini
F. Fabbri - Teramo Roma, 1927, pagine 53

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Custodisce un'antica statua della Vergine as^ rai Cenerata dai Teramani. I nostri occhi vagando all'intorno si arrestano naturalmente sulle vecchie e mezzo diroccate mura della città, che ora però vanno perdendo ^coi restauri la loro fisonomia. Queste che miriamo son l'unico avanzo di tutta l'antica^ cinta; vi resta altresì un sol bastione quantunque tutto smerlato; eppùr quelle misere cortine son testimoni della prodezza patria de' Teramani e della gelosa cura, con cui mantenevan le civili libertà, ma il piccone moderno, vago più di abbellire sgombrando e appianando il terreno, che di rispettare i ruderi venerandi dell'antichità, le ha quasi'tutte abbattute. E di fatti esse ci rammentano il lungo assedio di sei mesi sostenuto nel 1443 dai teramani contro le armi di Giosia Acquaviva, voglioso di sottometterli di nuovo alla sua spada feu. dale; egli però, soccombente alla potenza degli eserciti di Alfonso di Aragona, dovè partirsene a mani vuote; l'altro più celebre del 1521, che fu l'ultimo sforzo dell'ambizione degli Aquaviva contro la demaniale libertà di Teramo e che costò tanti atti di abnegazione, tanti sacrifizii ed ardimenti descritti dal Muzii; l'assedio fu sciolto nella notte sopra i 21 Novembre di detto anno inopinatamente dai 5,000 Acquaviviani e la pia tradizione e la testimonianza di tutti i nostri storici attribuiscono tale liberazione a miracolo

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