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Sugli statuti teramani del 1440

Francesco Savini
Tipografia di G. Barbera Firenze, 1889, pagine 238

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   rato,1 Baldo degli Ulwlili,4 od il nostro Lucit da l'enne.' Il prof. Orlando in un reco»le e dotto opuscolo svolse questo teina;'1 c, discutendoil valore giuridico delle consuetudini e degli statuti, definì questi col testo di Alberico : Est emm duplex ius ninnici, pale scriptum et non scriptum. Li derivò quindi con Bartolo dal popolo pel fatto stesso della costui esistenza, riconoscendo insieme allo Città la facoltà di fare gli Statuti. È pure opinione generale dui giuristi che lo Statuto vince sempre ed in ogni caso il diritto connine, iterò con vario limitazioni riguardo al giuro naturale ed al canonico: nel clic ravvisa l'Orlando una certa confusione ed una mancanza di rigore scientifico.
   5. — Ma accostiamoci ora un po' più al nostro tema, ragionando dogli Statuti di Teramo o de' luoghi vicini./1 più antichi, dopo i teramani, sono quelli di Civitella, compilati nel 1492, e di cui il Palina,7 clic forse gli esaminò nell' archivio comunale di Civitella, ci dà una breve notizia. 12 Deputati dell'Università insieme col regio Uditore e coi 5 capi del Reggimento comunale rifusero i vecchi Statuti, che, per le cose nuove introdottevi, furon chiamati : — Nuove Riformazioni — ad onore eie Dio, gloria et exaUatione della Maestà del signor Re D. Ferdinando, utile, hriir/ilin et botto governo della Università. Si dividevano in tri-parti. La prima trattava del Capo-Massaro, ufficio nuovamente creato a siniiglianza diaftrc città del Regno, ed a cui era affidata la custodia dello armi, delle carte, dei libri, delle rendite e dei mobili del Comune
   • Bartoj.I, Re',uhi Simularli»!.
   ' Baldi, De Statuti».
   * Lue*: pe Pinna. i),>. «•«»•.
   5 V. E. Orlando. Jm t«ii*l.c. slutulnria -1] i iiiurei wixntli itntùiiii (hi secolo XIlr, Palermo, ISSI.
   1 Id., § IH, pngy. 24.30. • iti., jkij,'. 37.
   ' Palma, St. di Tertimo, voi. II. png. 184.