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Sugli statuti teramani del 1440

Francesco Savini
Tipografia di G. Barbera Firenze, 1889, pagine 238

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'ItOF/MIO. 11
   gibili si sono lasciato in bianco, siccome accade nelle rubriche 2* e 3* del libro 1.
   IO.— Diamo ora qualche notizia sull'amanuense, e ne. vale, la pena, apparendo esso un buon calligrafo del suo tempo, siccome or ora si è veduto. Egli fu ( i i ;ico'iiojti_ 1 uuitiloiunico di Leonardo da Teramo, canonico della Cattedrale di Teramo e prevosto della Chiesa di San Martino di Ripa, com'egli stesso ci fa sapere in fine del nostro Codice. Del nostro script-or, coiu' ci si dichiara, non possediamo altra notizia fuor delia presente : egli però apparteneva ad una onorevole famiglia teramana, come si può arguire, spigolando nei nostri archivi. In due documenti degli 11 gennaio l-l 17 e dei i\ giugno 1-iCS,1 un Berardo di Bartolommeo di Leonardo da Teramo, probabilmente fratello del nostro Canonico, apparisce ad autenticarli i,ual giudice a' contratti di Teramo e delle altre terre della Chiesa maggiore aprutina. Or noi sappiamo che tale uHicio, equipollente, come si sa, a quello di un Giudice notaio, era notevole a Teramo, ove ne appaiono investiti, per autorità vescovile, i membri delle più illustri famiglio, siccome furono quelle dei Di .Melatimi, Di Valle, Paladini e va dicendo. Ed il nostro scrittore era anch' egli fregiato della dignità canonicale, come ci fa sapere, e della Prepositura di San Martino ili Ripa. Di questa- Chiesa, allora curata del villaggio di Riparattieri, s'ha memoria fin dal 12SC in una Bolla del nostro Capitolo cattedrale, che la conferiva, giusta la nomina dei feudatari De Ripa Ractcrii.'1 Tale sua condizione durò sino al secolo XVII, allorquando il titolo di San Martino fu trasferito nella moderna chiesa della Madonna di Loreto, eh' esiste entro le mura di IlipflT'dttU.'ri/