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Sugli statuti teramani del 1440

Francesco Savini
Tipografia di G. Barbera Firenze, 1889, pagine 238

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   o nuncthis spot tuli*) quello .straordinario. Tanto almeno sembra doversi trarre dalle parole degli Statuti : qui ir et.... tam -pro sindico quam etiam prò nunctio spe-tiali (II, 58). Sì l'uno che l'altro, spedito pei negozi dell' Università, dovea trattare solo di questi, sotto pena del pagamento di venticinque libbre e della restituzione del denaro assegnatogli per la missione. Recava con sè le lettere credenziali (literce credentice) del Giudice, nelle quali questi era tenuto di esprimere l'oggetto dell' ambasceria, purché la prudenza ciò permettesse (II, 58).
   CAl'ISF.STIEKT [CA l'I'SISTKIIIA).
   Note storiche. — Dalla breve ed incidentale menzione de' Capisestieri fatta da' nostri Statuti (I, 9), come vedremo qui sotto, non possiamo trarre una compiuta notizia de' medesimi : ma non dovettero essere gran che differenti dai Caporioni di Roma, dai Capi Contrada di Siena, dai Capiresti di Firenze, dai Capiquarti di Aquila oc., i quali tutti erano generalmente a capo delle milizie popolari del quartiere, sestiere, contrada e via dicendo, in cui andava divisa la loro città e ne custodivano l'ordine e la tranquillità. E queste ci ricordano le celebri Compagnie, di Popolo, che furono le più antiche milizie pedestri delle Repubbliche italiane e che senza fallo dovettero esistere audio tra noi, specialmente nel primo sorgere del nostro piccolo Comune e quanti' era ancor libero dalle oppressioni che vennero poi nel regno di Federico II. Ed il nome di Capisestieri, sebbene a' tempi del nostro Statuto se ne facesse appena menzione, ci deve ammonire sull'antica importanza di quell' ufficio.
   Loro ufficio. — De' nostri Capisestieri si parla una sola volta negli Statuti (I, 0), allorquando se ne richiede il consiglio sul luogo della edificazione delle