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Sugli statuti teramani del 1440

Francesco Savini
Tipografia di G. Barbera Firenze, 1889, pagine 238

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   civili discordie, mi ancora presso di noi. (!onipnnoa>.i di quattro pacieri o pacificatori, delti pure, ;il paro di altre città d'Italia, buoni uomini (probi viri) od oleg-gevasi ogni sei mesi. Doveano costoni, a richiesta di qualunque cittadino, ed insieme col Giudici: e col regio Capitano, comporre i dissidii che insorgessero fra i Teramani ed, a meglio ciò ottenere, godeano 1' autorità di arbitri e pronunziavano senz'appello i loro lodi (I, 40). All' esecuzione poi di questi provvedevano i Sei Signori del Reggimento con l'invocare, anche l'aiuto del potere regio e vescovile, siccome abbiamo veduto al luogo di essi Sei.
   ECONOMI ( YCOXOMl).
   Loro elezione ed ufficio. —11 Consiglio eleggeva in ogni gennaio due economi laici per ciascuna delle chiese, principali della città; cioè il Duomo e quelle de*conventi: Sant'Agostino, San Domenico, San Francesco e San Benedetto. Il loro compito era di amministrare i beni delle medesime, di curarne la fabbrica ed i restauri ed alla fine del seguente gennaio doveano consegnare ai loro successori nell'ufficio i quaderni de'conti che erano obbligati ili tener diligentemente (I, 01). Si scorge da ciò dio anche in quo' tempi i laici s* immischiavano nel!'amministrazione dei beni ecclesiastici. Notiamo altresì elio il nome di Economi (lavasi allora generalmente in Italia a quelli che governavano i beni de' luoghi pii.
   PROCURATORI DELLE FESTE.
   Note storiche. — Non diremo che siffatti procuratori, perchè usciti tra noi allora dagli artefici, ci richiamino alle antiche e potenti corporazioni d' arti che in tante città d'Italia tenevano la somma delle cose pubbliche.