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Sugli statuti teramani del 1440

Francesco Savini
Tipografia di G. Barbera Firenze, 1889, pagine 238

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   I /un/ori di'' gli ilul li ni, cioè quelli clic ilil'cndcvaiio, nominavano o ;i«it!riviiim a questa l'aziono, punivansi con venticinque soldi (III, 1!)). Questa rubrica era naturale conseguenza ilei prciloniinio della parte guelfa in Teramo e nel Regno ; di che parleremo nella prossima Parte VII storica di questo scritto.
   II favorir/: poi alcun mugliale o barone, per privata vendetta contro qualche cittadino o per turbare lo stato pacifico della città, era punito con venticinque libbre e senz'appello (III, 31). Ecco un ricordo della signoria fendale in Teramo, per cui facciamo lo stesso richiamo precedente.
   Delitti contro le persone private: ingiurie verbali e minacce, percosse c ferite, calunnie, adultera, nozze dei minali.—Chi prorompeva in ingiurie verbali, come: ladro, eretico, omicida, meretrice, mezzano, pagava cento soldi ; chi diceva menzognero venti soldi ; le altre ingiurie punivansi con dieci soldi, eccetto quelle proferite in casa de'padroni o de'genitori. Le ingiurie gravi contro i parenti dell'offeso fino al terzo grado, con cinquanta soldi : per quello indirizzato al Giudice, al Notaio do'Capitoli ed agli ufficiali raddoppiava^ la pena e senza processo o benefizio di confessione, purché l'ingiuriato non dichiarasse le contumelie pronunziato senza animo di offendere. Le imprecazioni castigavansi con cinque soldi (III, 4) ; gì' insulti con urti alle persone con quaranta soldi e se chi ciò faceva era associato da altri, pagava cento soldi ed il compagno quaranta; a mano annata l'insulto scontavasi con dieci libbre e se v' era inoltre comitiva, la stessa pena per ciascuno assalitore ; se poi vi si aggiungevano percosse, alla pena suddetta si cumulava quella stabilita per esse (III, 5). In tutti questi delitti si procedeva, sì per querela, come per ufficio (III, 4). Quando le ingiurie erano profferite a mano vuota ma minacciosa, senza ferite punivansi con