86 taute iv. etica o degli rsi e costumi.
tori i panni, i maniscalchi fonai' le bestie di fuori della città ed in caso di bisogno, anche del di dentro, gli speziali poteano ammannire le medicine, i barbieri applicare lo sanguisughe, i notai rogare gl' instru-mcnti, i contadini terminare i lavori incominciati di messura e di vendemmia, i banditori suonar la tromba per intimare i Parlamenti ed i Consigli. Erano similmente eccettuati i portatori delle pietre e (Ielle legna per uso ili fabbrica, ili frutta e di verdure e. quelli che li; coglievano, purché però non adoperassero gli animali. Nel caso poi i inerenti e. le tiere radessero in giorni leslivi, erari permessi I1 nperlma delle botteghe ed il trasporlo delle, merci con gli animali (IV, l r.7). Da ultimo in quanto allo ferie giudiziarie, abbiamo già detto in quali leste e giorni dell'suino avessero luogo le medesime nella l'urie II t/iiiriiliett, ~>. «).
Frs/r profttnr. — l,a lesisi veramente popolare in Teramo era quelli! detta di Sant'Amia e che. insti-tuità circa la metà del secolo XVI, durò tino al 17>1. Di essa però, siccome appartenente alla storia del secolo successivo a quello in cui furono compilati i nostri Statuti, materia del presente studio, non dobbiamo far parola : ma chi fosse vago averne contezza rimandiamo al Palina, (he ne fa una lunga e curiosa descrizione. Occupiamoci pini tosi o delle feste popolari del secolo XV, alle quali accennano le frasi delle suddette leggi municipali (I, (>.'!): castellimi fuccrc in platea.... hai uni, in trìhio priiijcieiulo ciiusas eie. Erano esse le feste cittadine che celebra valisi ancora nella metà del secolo XVI, come narra il Muzii,' a memoria della distruzione popolare della casa (?;ià posta nella piazza grande) del tirannello Antonello di Valle trucidato nel 130». Quello storico così cele racconta:
' Palma, Op. r.it.. voi. 111. p.igg. 42-11.
* Mbzii. Op. <-it.. Dilli. 111.