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Sugli statuti teramani del 1440

Francesco Savini
Tipografia di G. Barbera Firenze, 1889, pagine 238

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   veste profane, maschere. 87
   Magistrato ordinò.... si fabbricasse un Castello di legname, e clic ogni anno, nell' ultimo giorno di Carnevale. dai macellari, colle interiora e sterco di animali vi si facessero combattimenti ; avendo continuato tale combattimento tino al tempo die io era fanciullo. » Si noti ch'egli era nato nel Ii3ó.1 Le nostre leggi al citato luogo vietavano quelle feste per cagione dei danni e delle discordie civili che ne provenivano, ma siccome da una parti: questa rubrica fu aggiunta al Codice delle leggi teramane nel 1-1 »0, data ivi segnata, e dall'altra il Mu/.ii ci mostra quelle baldorie continuate ancora per un secolo, così c.onvieii credere che questo tosse stalo un provvedimento straordinario fatto per l'attuale bisogno della pubblica tranquillità tanto turbala per lo innanzi, come mirrano Muxii* e l'alma;5 ciò pciisiam noi. se pure qualcuno non voglia giudicare applicabile anche a quel tempo il proverbio torinese : « orditi del Comuu, ordin di nissun. » reputando non seguito sempre il suddetto divieto.
   Muschcrc e IrurcatinicnU.— Y iota vasi, sia nel Carnevale e sia nelle altre feste ed in qualsiasi giorno, il portare maschere, riferms, visiere, striyasil velare iì viso in qualsivoglia maniera, ed il travestirsi da uomo, da donna, da prete o da monaco a chi tale non fosse (I, 03; IV. u). Notisi qui che questo divieto si fa nel modo stesso adoperato per le feste popolari e riferito nell'antecedente paragrafo: quindi son da ripetersi in questo luogo le medesime osservazioni ivi fatte da noi : e stimiamo che le maschere, nate fin dall' epoca pagana e durate sino ai tempi presenti, tornaseli) di nuovo, appena finito il pubblico pericolo. E
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