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Sugli statuti teramani del 1440

Francesco Savini
Tipografia di G. Barbera Firenze, 1889, pagine 238

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   campano ili sorta nel suo palagio : e chi sa ciò non l'osse penliè il governo della città. siccome era misto ili tornio vescovili o comunali, cosi puro dividesse col Vescovo l'uso ili una stessa campana? In ogni modo sappiamo che questa, rollasi nello scoivio del secolo XIV, al dir del Muzii,1 fu rifusa nel 1-183 (epoca che il l'alma ; corregge nel MSI) o reputata allora la maggiore (?) il' Italia per esser del p.'so di undicimila libbre: si spezzò un'altra volta e fu rifatta noi 1704.'' I,' ultimo danno, ila cui non ha ricevuto ancora alcun riparo, so l'ebbe nel 1799, allorquando i Francesi, invasori della città, credettero vendicarsi sullo campane, rompendolo, perchè, suonato a martello, avean chiamato il popolo all'armi contro di loro.1 La campana maggiore del Duomo, secondo vuole la tradizione, calata giù non fu potuta rompere, restando solo priva dello grappe nel modo elio tuttora si vede. Ed ora rientriamo nell' argomento, dicendo de' vari suoni delle squille teramane, do'quali si parla negli Statuti: si possono dividere quelli delle campane del Duomo in due serie : i suoni religiosi che chiamavano i canonici a cantar le lodi del Signore, e i suoni profani, a dir così, che regolavano 1' ordino cittadino. De' primi, che servivano pure ad alcuno civili bisogno, se ne mentovano quattro : il suono della campana a mattutino (ad maUdìnunì), elio devo rispondere, a quella che ora volgarmente dicesi prima squilla, e dio suonasi tra le cinque o lo sei del mattino secondo le stagioni : tal suono sognava l'apertura delle porte della città per tutti (1, 30). Seguiva quello di prima (ad primam), che noi crediamo risponda alla così detta ultima squilla,
   ' MU7.ii, Op. cit., Di.il. V. 1 I'ai.ma, Op. cit-, voi. II, pag. 171. • Ibid, pag. 170. ' Iilom, voi. Ili, pag. 251.