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Sugli statuti teramani del 1440

Francesco Savini
Tipografia di G. Barbera Firenze, 1889, pagine 238

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ILLUMINAZIONE. 99
   quanto al raddoppiamento delle pene, il termine della notte (III, -!!7), che cominciava, come or ora abbiamo detto, all' avemmaria.
   Illuminazione per le strade. — Ognnn sa che questa nelle città nostre divenne stabile e di ragion pubblica solo alla fine del secolo XVIII, dopo la calata dei Francesi in Italia : prima ciascuno provvedeva con lanterne o torce a vento fi' propri bisogni. Presso di noi nel secolo W il Magistrato regolava con leggi speciali questa privata illuminazione nel modo seguente. Quando le persone giravano di notte per la città nel numero di due o tre, Iurta va un lume (lumen), cioè uno sterpo acceso (sli/is accr./sus). Per tre o quattro individui ado-pcravasi una lanterna (latrina), che dovea essere pros-s'a poco simile alle usate oggidì ; per sei od otto una torcia o candela di cera (cerrus) a mano del peso di due libbre ; una lorda astata a quattro aste e stretta da tre legami (cerctis hastatus quatuor astis et ligatus trihus ligalun's) dovea bastare a dodici e al più a quindici persone. A prima vista sembra che qui si tratti di una torcia, ma siccome per una sola torcia non occorrono quattro bastoni, così bisogna credere che le torce l'ossero quattro e ciascuna posta sopra un bastoni! e poi tutte insieme unite in un sol fascio, mercè tre legami (III, lo).