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Sugli statuti teramani del 1440

Francesco Savini
Tipografia di G. Barbera Firenze, 1889, pagine 238

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   110 l'ARTR VI. ECONOMICA.
   noto. Dichiarata così la qualità del ducato e del fiorino. vediamone ora gli spezzati e il valore : abbiamo testò accennato ai fio bolognini di cui il ducato andava composto, ed ora diciamo che questi si dicevano anche bolognesi o celle, siccome in un Testamento dei 7 settembre del 1462,' soldi, siccome in un Atto dei 26 giugno del 1472,' e baiocchi, come in un altro dei 10 aprile del 1474. Ciò s'intende, parlandosi del ducato di moneta usuale ; il ducato poi detto di moneta vecchia (e che crediamo pur d'oro) in un inst.ru-inento dei 24 giugno del 1470 ' appare composto di 40 celle. Tutti questi spiccioli erano, come qui si vede, equivalenti tra loro: da questa ultima carta si scorge pure che il valore della moneta andava sempre crescendo ; cosicché quella che prima valeva 40, all' epoca degli Statuti calcolavasi per 60. Notisi inoltre clic tal valore variava secondo i luoghi; onde spesso negli atti si cita la moneta ora al peso generalo ed ora al peso del paese del contratto ; difatti quel ducato, clic nel tempo di cui qui parliamo computavasi in Teramo alla ragione di 60 bolognini, a Napoli invece nel 1477 ' va-lutavasi 75 di essi bolognini. In quanto poi al valore del ducato a Teramo in quell'epoca, diremo clic se il bolognino corrispondeva, conio vedremo or ora, a tre grana napoletane, il ducato valeva ISO di questo e perciò lire italiane 7,65. Da ultimo, se vogliamo conoscere il valore intrinseco attuale dell' oro, che nel ducato si conteneva, diremo (ammettendo che questo equivalesse al fiorino d'oro di Firenze, al genovino ed al ducato di Venezia) che esso, al par di questi, era d'oro puro, del peso di grammi 3,535 e quindi del
   • Ardi, di S. r.ioranni, n. 94. ' Ibid., n. 101.
   ¦ Ibid.. li. 103. ' Ibi'l.. il. 100.
   1 Cf. unii quilanza