112 l'ARTR VI. ECONOMICA.
vuol sapere il valore delle monete mentovate nelle nostre leggi municipali del secolo XV.
Monete ci' argento : libbra o lira, lari, carlino. — Le monete d'argento compaiono scarsamente nei nostri Statuti : anzi il tari, che noi qui poniamo solo perchè moneta comune nel Regno, non vi è neppur nominato. La libbra o lira d' argento, detta anche di moneta usuale e di denari, s'incontra assai spesso negli Statuti teramani del 1440. Essa appare, e qui e nei documenti anche anteriori a questa epoca, il tipo comune della moneta corrente in Teramo ne' secoli XIV e XV. Dividevasi in soldi e denari come si scorge nello continue menzioni de' suddetti Statuti : il che seguiva anche prima, possedendo il nostro Archivio comunale un Instrumeuto degli 11 agosto del 1343 1 riguardante la restituzione di una somma di libbre undici, soldi quattro e denari sette. Quanti soldi poi e quanti denari contenesse la nostra lira scorgeremo subito che avremo considerato alcuni passi del nostro Codice. In mi luogo (I, 19), parlandosi della trigesima dovuta dai contumaci in giudizio all' erario comunale, si dice che questa doveva essere di otto denari polirà; dunque, essendo otto il trentesimo di dugento quaranta, la lira era composta di 210 denari e quindi di 20 soldi, giacché vedremo qui sotto che il soldo constava di 12 denari. In un altro luogo (III, 20), ove si stabilisce la pena dei furti, si cita la somma di 100 soldi in 5 lire (centum soldos in libris quinijue) ; perciò anche qui 20 soldi compongono la lira. La frase, che abbiain posto in parentesi, ci potrebbe mostrare che la lira o libbra serviva anche da marca-danaro; tale difatti si scorge in Milano nel 121(5/ Comunque ciò sia, in quanto al valore intrinseco di questa no-
' Arch. coni, di Teramo, Atti de' Privati, n. 27.
' CI. Giuuni, Meni, mil., voi. VII, p:ig. 328 (odi/, principe).