cera e qualsiasi merco (nierciimniia) doveansi vomirne dagli artefici, ìnorcanti, o cambiavalute liamsnres) e ga-bellotti al poso grosso ili marco liiidio^o (v. sor io), o ciò sotto la sorveglianza del Notaio do'Capitoli (IV, Sii).
Botolo, libbra, oncia. — Il rotolo ora il poso più grande allora e tino ai nostri tempi con tutte le sue frazioni. Esso dividevasi in libbre, clic comunemente erano tre, c qualche volta quattro, siccome accadeva nella vendita del pesco (IV, 123): oirni libbra spez-zavasi in 12 once, sicché, il rotolo diresi composto ili 30 once (IV, U7). I.a divisione però ordinaria del rotolo ora la seguente : quarto, terzo, mezzo e rotolo intero (IV, 100). In quanto poi all' equivalenza odierna, si sa che un'oncia risponde a granimi 27 '/'...
Marco luccJie.se. — Ogni volta clic negli Statuti si parla de' pesi suddetti, si dico sempre mi jimuliis Incenso o più specialmente al peso di marco lucchese (imarchi luccnxis) (IV, SO). I-Ira dunque questo il tipo del peso in Teramo; ed era questa regola comune in Italia; siccome appunto seguiva porla moneta, giacché la lucchese, al diro del Muratori,' fu sin dai tempi ultimi de'Longobardi con quella di Pavia la principale, italiana; la prima cioè nell'Italia centrale e meridionale e la pavese iteli* alta.
MISURE.
Misure di lunghezza: canna e palmo, passo, cubito, piede.—La misura più comune o, per dirla alla moderna, legale, era la canna napoletana clic deve credersi di otto palmi, giacché, soltanto allorché negli Statuti si parla della canna quadrata (canna¦ una ledi per quadrwn) (IV, SI), la si dice di 10 palmi : le al-
' Cf. Muratori, Aititeli. Hai, Dissort. 27 ai §§ di J'iii'i'i u di