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Sugli statuti teramani del 1440

Francesco Savini
Tipografia di G. Barbera Firenze, 1889, pagine 238

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   118 l'ARTR VI. ECONOMICA.
   Misure di estensione : moggio, tomólata. —Il moggio era misura agraria antichissima ed insieme legale nel Regno fino a questi ultimi tempi. Difatti, per starci a' nostri luoghi, diremo che ne troviamo memoria in un documento del 1032.' Per verità gli Statuti non ne fanno motto, ina forse solo perchè ne mancò loro 1' opportunità. Intanto diciamo che l'antico moggio del Regno era un quadrato di 30 passi per lato e che ogni passo era lungo palmi 7 '/-, notando insieme che quest' ultima dimensione era diversissima secondo la varietà de' Comuni.
   Della tornatala poi, che è. la usuale misura agraria della nostra regione ancor oggi, non si fa propriamente menzione in quanto tale negli Statuti ; solo, quando ivi si ragiona dell' ordine de' lavori campestri, si prescrive a ciascun abitante del territorio teramano la coltivazione di tanta terra quanta era capace di un tomolo di sementa di grano (IV, 149). La nostra lo-molata equivale a circa quaranta are.
   Misure di capacità per gli aridi e pei liquidi: salma, tomolo, mezzetto, quarta ; caldaiuola, metro, putito. — L'unità di misura era il tomolo, giacche la salina eh1 era la più copiosa computavasi diversamente : ad esempio, se la salma della calce era di quattro tomoli (IV, 81), quella del mosto componevasi solo di sei quarte (IV, 04). Il tomolo dunque, rispondente oggi a litri 55 e mezzo, serviva principalmente pel grano e per 1' uliva e dovea essere ferrato e più largo a capo per quest' ultima (IV, S4), e di rame per la farina (IV, 70). Esso dividovasi in mezzo tomolo, oggi chiamato mozzetto, in qum-tn, e mezza quarta, tutte sigillate dal Notaio dei Capitoli (IV, 70 e 84).
   La caldaiuola era la misura assegnata alla vendita
   ' V. il nonti o Jtrnestn