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Sugli statuti teramani del 1440

Francesco Savini
Tipografia di G. Barbera Firenze, 1889, pagine 238

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   124 l'AHTK vi. K('nNOMir,\.
   Dazi indiretti: gabella del /xwso, i/tibfllu del macello.— Questa specie ili tasse dovea fl&iTo più niinie-rosa, ina noi ci limiti-renio a dire di quello menzionate negli Statuti. Abbiamo parlato più sopra, dicendo delle misure di lunghezza, del passo di ferro e dell' appalto che dovea farsi del medesimo ai legali gabollotti ; il che accenna ad un dazio che vi gravava sopra. In quanto alla gabella del macello, la legge comunale stabiliva che al gabellotto del macello della città si pagassero per gabella 12 danari per le carni salate di un inaiale intero: i venditori poi a minuto doveano pagare 2 danari per ogni rotolo di carne salata (IV. 110).
   CONTI DEL COMUNE.
   Il Giudice delle cause civili ed il Camarlingo dell'Università ogni due mesi dovevano leggere innanzi al Consiglio i conti dell' entrata c dell' uscita del Comune- (I, 8). Di questi ufficiali abbiamo già detto al proprio luogo nella Prima Parte.
   FIERE.
   Spesso de' mercati si fa parola negli Statuti, come vedremo qui sotto. Non cosi delle fiere; ma questo anche allora si tenevano iu Teramo o ce ne fanno fede i documenti. Difatti noli' Archivio teramano si serba ancora il privilegio originalo dei 13 ottobre l-'M.'ì,1 con cui la regina Giovanna I concede ai Teramani la fiera (che tuttora si celebra) ili Pentecoste per la durata di otto giorni. Il Muzii5 ce no riporta un altro dei 15 aprile del 13(12 riguardante la concessione, della fiera di San Domenico da tenersi pure per otto giorni innanzi la chiesa di questo nome. Finalmente un Di-
   ' Arili. Clini, ili Teramo, Atti ilo' l'rinuipi, )ii    ' Muzii, St. iti '/'maino, Ins., Dirti. II.