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Sugli statuti teramani del 1440

Francesco Savini
Tipografia di G. Barbera Firenze, 1889, pagine 238

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ARTI E MESTIERI. 135
   dal Consiglio e che certo erano incaricati dell' esecuzione di quelle leggi municipali che riguardavano que-st' arte e probabilmente nella stessa forma degli Statuti del 1440. 1 lanificii durarono ancora dopo il secolo XVI, sebbene il Delfico ' dica « manifattura, che è qui esistita sino ne' bassi tempi » e P. Palma! tragga da una citazione di un' opera anonima del principio dello scorso secolo.1 che era già finita in questo tempo. Eppure essa, ammettiamo anche in iscarsa misura, durava dopo la detta epoca : difatti un documento testé pubblicato 1 e contenente una lista di panni, sui quali fu imposto nel 170!) un dazio d'estrazione dal Regno, c' indica che « il panno largo fino di Teramo » pagava grana 1G a canna È questa nondimeno, per quel che sappiamo, l'ultima menzione della celebre industria teramana ed é uopo credere eli' essa trovavasi allora agli sgoccioli; e certo poco altro tempo potè vivere. Il nominato P. Palma5 della cessazione attribuì la causa « alle cattive leggi che perseguitavano 1' estrazione (dei panni) e favorivano l'immissione particolarmente nel viceregnale governo. »
   Gli obUif/ln degli artefici e dei mercanti di lana erano con molta diligenza, trattandosi di un' arte sì importante allora in Teramo, inculcati dal Connine. E P importanza di quest' industria si desume come dai mercanti forestieri che, attratti nella nostra città e dai privilegi e dal loro utile, vi dimoravano per Io smercio dei prodotti dell' arte della lana, così anche dalla varietà degli artefici che ad essa attendevano. Difatti
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