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Sugli statuti teramani del 1440

Francesco Savini
Tipografia di G. Barbera Firenze, 1889, pagine 238

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   GUELFI: DOMINIO FEUDALE. 147
   Il consolidamento della potenza della Casa d'Angiò, gran sostegno de' guelfi in tutta Italia, assicurò poi per sempre il trionfo di questi nel Regno di Napoli e preparò quei tempi, in cui, come nell'epoca de'nostri Statuti, poteasi vietare perfino il nome del partito avverso.
   Dominio feudale in Teramo. — Abbiamo trattato questo punto in quanto al lato giuridico nel proprio luogo ;1 in quanto poi al lato storico ne diremo qui quanto basti al compito nostro che è quello di illustrare il nostro Codice. Senza quindi voler qui rifare la storia delle varie dominazioni feudali, chè non ne sarebbe il caso, accenneremo a quelle, a cui sembra alludere la rubrica degli Statuti teramani (III, 31), che punisce i cittadini aderenti a qualche barone per turbare lo stato pacifico della città. A noi parrebbe che con ciò si volessero colpire quei pubblici nemici della patria libertà, che aspirassero al ritorno della dominazione degli Acquaviva Duchi d'Atri, dalla quale poc' anzi, nel 1438 5 cioè, si erano liberati i Teramani. Si sa poi, pe' patrii annali, quanto questi ebbero a patire anche nel susseguente secolo XVI per riscattarsi da quella signoria nuovamente minacciata. Frattanto è da notarsi che questi Statuti appunto sotto il dominio di un Barone, quale era allora, siccome vedemmo, Francesco Sforza, furono compilati. Accadeva forse ciò da una parte perchè i Teramani, sicuri della breve durata (e breve fu, perchè Io Sforza passò tosto a maggiore potenza) di quella signoria, volevano così ovviare ai futuri pericoli per la loro libertà, e dall' altra lo Sforza, a cui sorridevano le grandi speranze di un dominio tanto più vasto della nostra piccola regione, non curavasi troppo di consolidarlo in Teramo ?
   ' V. Muaiif Op. cit., bini. IV.