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Sugli statuti teramani del 1440

Francesco Savini
Tipografia di G. Barbera Firenze, 1889, pagine 238

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   elio (levo provenire du un l'onte ivi presso nel l'ennino e propriamente sulla strada mulattiera menante pel l'ennino da Teramo a Miami, il quale serbò fino a poco fa il vecchio nome ed ora dicesi dei pulluli da questi che lo circondavano. Le altre fonti sono le seguenti e citansi acciò insieme con gli abbeveratoi prossimi fossero immuni dalle immondezze, dalla lavanda dei panni e dal getto di pietre (IV. 28) che si potessero fare alla distanza minore di due canne: (lolla noce la celebre e notissima clic tuttora fornisce alla città le acque più abbondanti del contorno e che forse tolse il nome da qualche noce che l'adombrava; gratiana, bcncivcngha, ignote; de ponte vitiolc che sgorgava pochi passi a monte del vecchio ponticino del Vezzola, detto ora dogi' imposi e che da non molto si sperdette negli ampi gorghi di questo fiume clic sempre più dilata il suo alveo; boni-fdii e quella sancii leutlicrii nelle pertinenze di Teramo, tuttora in piedi sulla strada che lungo il Fiumicino conduce a Campii e precisamente vicino la casa Falcidili sul terreno Nardi. Di un'altra fontana assai nota, e sotto 1' antico nome, troviamo menzione, se non negli Statuti, in un documento a questi coevo, in un Rescritto cioè del 1-100 del duca Giosia Acquaviva, allora signore di Teramo.1 In esso si parla di un terreno posto nella plana appresso a la fonte alu trocco. Questa, anche oggi con questo volgare predicato, che vale truogolo, chiamata, trovasi a un chilometro e mezzo da Teramo sull'antica strada che da questa città menava a Giulia: la sua sorgente alimenta pure quella fontana architettonicamente ornata, che tutti vediamo sulla strada rotabile che da Teramo guida al mare e che nomasi di Piercecchi dall' antico proprietario del terreno, in cui essa s'innalza.