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Sugli statuti teramani del 1440

Francesco Savini
Tipografia di G. Barbera Firenze, 1889, pagine 238

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   PALAZZI PUBBLICI. 195
   di far correre tra essi due archi, i quali hanno mascherato quelli che vi erano, e di lasciare come loggia scoperta il superiore piano che n'è risultato, al livello del salone. » Ai giorni nostri poscia, circa il 1857, si volle dare una certa uniformità a tutto l'edilizio, togliendo la suddetta loggia e rifacendo più vasto il salone, e si riuscì a quello strano accozzamento di stile classico e gotico che inspirò ad un Principe artista la definizione esser quello un animale a tre gamie. Ma basti della storia del civico Palazzo e passiamo ad un altro edifizio, che pur pubblico ci mostrano gli Statuti.
   Esso è il Palazzo criminalium : che sia un altro e diverso da quello civUium suddetto ci mostra chiaramente la frase degli Statuti (111,37): in palatiis civi-lium et criminalium, ove la parola palatiis ci assicura trattarsi ivi non ili uno ma di due fabbricati. Quale questo e dove si fosse non sapremmo indicare; solo notiamo che una vendita del 1297' fu rogata nella casa olim Uhi Guodofrcdi ubi ius reddebatur. Ma, oltreché tale frase si riferisce al passato e mostraci il vagar che faceva la giustizia nostra da una sede all'altra, non avendone una propria, può anche riguardare lo ius civile del nostro Giudice e quindi alludere alla sede temporanea delle cause civili e non criminali. Ciò per quel secolo XIII : che poi a tempo degli Statuti, cioè due secoli appresso, esistesse a Teramo un Palazzo criminalium, la citazione surriportata cel prova ; solo crediamo che questo palatium degli Statuti non fosse altro che una casa, e meschina anzi che no, di cui non abbiamo altro ricordo, al par della residenza comunale del secolo XV, della quale abbiamo veduto tacere gli storici. Ma lasciamo una volta gli edifizi pubblici e veniamo ai privati, che n' è il tempo.