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Sugli statuti teramani del 1440

Francesco Savini
Tipografia di G. Barbera Firenze, 1889, pagine 238

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   198 l'ARTE X. EDILIZIA.
   nelle piazze ed erano in fabbrica. La loro costruzione era regolata in modo clic ninno potesse fabbricare un banco (banca) di muro o altro edilizio clic avanzasse quello del vicino, o porre pogginoli (mmiidia)1 e tettoie (trasannas) 1 clic si stendessero oltre il mezzo della piazza (IV, 6). Non mancavano però altri arnesi di legno; difatti vieta vasi, pur nelle piazze, la costruzione di edilizi di tavole (ile amati*)1 o il collocamento di stanghe e di pali, purché fossero sì alte e si lontane che niun passante a piedi o a cavallo le potesse toccare col capo (IV, 7).
   Gaffa e trusuune. — Che cosa questi si fossero abbiamo indicato più indietro, nò accade qui ripetere il già detto.2 Solo accenneremo alle provvisioni clic li regolavano. Era a tutti permesso avere innanzi le case e sopra le botteghe i gaffa e le Irusumic nella maniera in cui li tenevano i vicini. Aveano però questi il diritto d'impedire siffatte costruzioni, purché abbattessero le proprie e pagassero insieme '20 libbre o lire al tesoro del Comune (IV, 10).
   Fosse ilei grano. — Di queste, ora pienamente rincalzate, si vedevano non ha guari le tracce specialmente nella Piazza Grande e nelle vie adiacenti. Anche quando esistevano, il Comune stabiliva le necessarie cautele. Così gli Statuti le vietavano assolutamente nella Piazza del Mercato (IV, 13), come più pericolose per la folla clic sì spesso calcava quell' area. Era però lecito cavarle nelle altre piazze con le debite precauzioni, cioè non tenendole scoverte, ina ricoprendole, il giorno successivo al guasto, con larghe e buone tavole o con cancello (IV, 13).
   Costruzioni: ilei tegoli e ile' mattoni. — Veramente di questi abbiamo detto abbastanza al luogo de' Forna-
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