GAKKI1, KOSSE. MATTONI, l'IETRB. 199
dai ' ed altrove.- Qui, accennando solo ad essi in quanto riguardano questa l'arte edilizia, noteremo che i fabbricanti di tegoli (pinziarii) doveano far questi giusta la misura prescritta dal Giudice civile e dal Consiglio e che la stessa dovevano seguire i mutonarii che costruivano i mattoni per lastricare le piazze e per altri servigi del Connine. Inoltre doveano e gli uni e gli altri tener presso di loro le forme corrispondenti a quelle, clic si serbavano presso il Notaio de' Capitoli (IV, I).
Pietre da costruzione. — Presso di noi, tino agli ultimi tempi e prima dell'apertura delle strade rotabili, molto adopcruvunsi nello fabbriche le pietre cosiddette conce perchè acconciate ad uso ili edilizi, ma più conosciute sotto il nome di travertinc adoperato anche dai nostri Statuti. Quel nome, come ognun sa, deriva da Tivoli (1' antica Tibitr), donde i Romani traevano e traggono le pietre per le loro costruzioni.1 Nei nostri luoghi, e propriamente nelle vicinanze di Civitella del Tronto (a 14 chilometri al settentrione da Teramo), v' ha cave abbondanti di pietre della stessa natura e perciò medesimamente chiamate. Con queste si murò in Teramo dai tempi romani (e ne fa specialmente fede l'Anfiteatro coi suoi stupendi massi di travertino) Susino al principio del presente secolo; poi s'incominciò ad adoperare le pietre delle cave di Manoppello nel Chietino, come quelle che sono di grana più fina e di taglio più dolce. Nel selciar le vie si usa da tempo recentissimo una certa pietra delle cave di Santo Stefano assai prossime alla città, ma della cui natura cal-
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