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Zecche e monete degli Abruzzi nei bassi tempi.
Illustrate e descritte
Vincenzo Lazari
Arnaldo Forni Editore, 1858, pagine 117

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   1. CENNI GENERALI
   INTORNO ALLE ZECCHE ED ALLE MONETE DEL REGNO DI NAPOLI DALLA INVASIONE DEI LONGOBARDI ALLA MORTE DI GIOVANNA I DI ANGIÓ.
   Accingendomi ad illustrare le memorie che a mia notizia pervennero delle zecche degli Abruzzi nel medio evo, non credo opera gittata, ma quasi direi necessaria, il riandar brevemente quali monetarie officine abbiano avuto le terre della penisola italiana che il re normanno Ruggeri unì primo sotto il potente suo scettro, e quale ne fosse la durata, dalla conquista d'Italia operala dai longobardi fino alla morte di Giovanna I di Angiò ; dalla quale ultima epoca prenderà le mosse il presente ragionamento.
   Divisa nel 569 la parte meridionale d'Italia, invasa dai longobardi, nc'due grandi ducali di Spoleli e di Benevento, paro clic nel primo, i cui vasti confini ben si addentravano di qua dagli odierni del regno, il diritto della moneta non si e-semiasse, non si polendo riguardare che tessere due preziosi piombi, 1' uno da me conservalo del duca Alboino che governò pochi mesi fra gli anni 757 e 738, 1' allro di Teodicio che succedette nel 7Ci a Gisolfo successore di Alboino e tenne il ducalo spolelano lino al 773 '.
   I Mabillnii. Annulcs m'diinx S. lìi'm'ilii'/i. Lucar 1739. in t'nl.. T. II. ti- '_'.">!>.

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