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Zecche e monete degli Abruzzi nei bassi tempi.
Illustrate e descritte
Vincenzo Lazari
Arnaldo Forni Editore, 1858, pagine 117

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   medaglie, nonché i lari d' oro di nuova foggia, prevalendosi di nionetieri di Brindisi. La zecca dell' oro fu trasferita nel 1278 a Napoli, come più addietro ho avvertito, e pare che allora ((nella di Barletta fosse già cessala.
   Riassumendo le compendiose notizie sinora esposte, vedemmo finita la zecca di Benevento in sul declinare del nono secolo, la salernilana sullo scorcio del duodecimo, quella di Capua al più tardi nel 1150, quella di Gaeta nel 1253, quella di Amalfi verso il 1222, la brindisina prima del 1284; né polendosi ragionevolmenle attribuire che una esistenza effimera alle officine di Taranto, Teano, Sorrento, Mileto, Bari, Man-fredonia e Barletta, e trovandosi in potere degli aragonesi Palermo e Messina, la sola zecca operosa del regno, durante il governo di Carlo II, di Boberto e di Giovanna I, era quella di Napoli.
   Venghiamo ora ai sistemi monetarii del regno nell'epoche sovraccennate. Nei paesi sottoposti ai longobardi conteggiava si a solidi di puro oro, ragguagliati al peso di un sesto d' oncia e frazionati ciascuno in tre fremissi o in 24 silique; il tremisse, almeno nel secolo IX, dividcasi in 1C denari d' argento, ond'è che il solido a 48 denari corrispondeva. Ma siccome la zecca beneventana, ove tali monete coniaronsi in copia per vero straordinaria, le emetteva discrescenti nel peso, come nel titolo assai deteriorate, così negl' istromenti troviamo preferirsi sempre quelle uscite dalle zecche imperiali, le quali non voleano di colai frode macchiarsi ; quindi è eh' eziandio nei documenti di Benevcnlo occorre sì frequente menzione dei solidi bizanzii o coslantinopolilani. A Napoli le ragioni si tcneano del pari in solidi bizanzii, variamente divisi in due semissi, in Ire fremissi, in quattro tari d' oro, o in dodici migliaresi d' argento ; diverso 1' appellativo del lari a seconda della zecca ond' era liscilo, amalfitano, salernitano, siculo. Ma cessato I' uso dei solidi alla conquista normanna, sollenlrò il compiilo ad oncc d' oro da 50 tari ciascuna, e il lari assunse per siffatta guisa

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