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Zecche e monete degli Abruzzi nei bassi tempi.
Illustrate e descritte
Vincenzo Lazari
Arnaldo Forni Editore, 1858, pagine 117

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   il doppio carattere di moneta e di peso, onde, restandogli come moneta 1' antico nome, come peso quello gli fu dato di tarpi-sium a dinotare la trigesima frazione dell'oncia. Investito Rug-geri nel 1159 da papa Innocenzio II del reame di Sicilia e il fi-gliuol suo Ruggeri del ducalo di Puglia, volle quel re eternare 1' anno successivo la memoria di sì gran fatto, stampando una nuova moneta d' argento del valore di 8 romesine o di 24 follari, che dal titolo del figliuolo si chiamò ducato * ; rimase però inalterato il tari, e con esso 1' oncia di conto.
   Devesi ali' imperatore Federico II di Svevia la nuova divisione, operala il 1222, dell' oncia in 600 grana, e quindi del tari in 20 grana, come pure da lui si coniò il mezzo grano nel denaro di mislura, del quale si vide pure la mela, corrispondente al quarlo di grano d' oro. Per decreto del 1231 le zecche di Brindisi e di Messina slamparono gli augustali e i mezzi augustali, le più elcganli monele che dai bei lempi di Roma in poi si fosser vedute, nobili monuinenli della risorgente arte italiana. L' augustale si fece del valore di un quarto d' oncia o di tari 7 Va, alla bonlà di carati 20 Va» a differenza dei tari brindisini e messinesi, la cui bontà, era soltanto di carati 16 '/3 ; e il nome gli provenne dallo effigiatovi busto del-1' augusto Federico. Che se, coni' è probabilissimo, la fabbrica di quella moneta durò quanto il governo svevo, del che può trovarsi prova nella copia di auguslali tullavia superslile e nella ricca varietà dei loro conii, i successori di Federico non desistettero mai dal riprodurre sovr' essi la effigie e il nome del resliltitore della moneta d' oro nell' Europa occidentale.
   Carlo I di Angiò che, per invito di papa Urbano IV, fece suo il reame dell'una e 1'altra Sicilia nel 126G, e fondò la nuova dinastia, non intralasciò nel primo anno del suo regno Io slampo dell' oro, nella zecca di Barletta; ma sostituì la propria alla imagine di Federico, e ali' aquila Io scudo angioino, abo-Initlo così i veri augustali, e dando alle nuove monclc di pari
   i Salv. Fusto. Disser/uz-itme su ili una mvnelu del re Ruggerì del In II urti In. .\apoli i 812.

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