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Zecche e monete degli Abruzzi nei bassi tempi.
Illustrate e descritte
Vincenzo Lazari
Arnaldo Forni Editore, 1858, pagine 117

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   L' avvenimento clic porse occasione alla stampa di queste monete è ingegnosamente conghictturato dal Fusco, quantunque della zecca dell' Amatrice ninna memoria a noi arrivasse, e si possa sospettare financo che non ivi, ma altrove, siensi battute con quel particolare impronto. Sollevatisi nel 1485, come vedremo nel seguente capitolo, i principali baroni del regno, auspice ed ausiliario il sommo pontefice Innocenzio Vili, moltissime citta ribellarono alla casa d'Aragona, massime negli Abruzzi, ove più tardi die altrove fu spento il fuoco della rivolta. Costante nella fede giurala al suo re, siccome opina il Fusco, dev' essersi allora serbata Amatrice ; della qual fede, se anche tacciono gli storici, è luminoso documento la scritta apposta sulle monete eh' esaminiamo ; conghietlura suffragata dalla notizia d' altri privilegi! che re Fcrdinando accordava a ([nella terra nel I486. Si leggo infalli ne'repertorii aragonesi la seguente noia ': In anno H£G re Ferrante concede all'universi là et latomi ni della città dell' Amatrice ob fìdclitalem enja ctim observatam la terra di Gioita Regale, la quale alias fu di delta città e per esso re era stata concessa alla città dcl-l'Aquila, per rebellione della quale è devoluta ad esso re, e perciò la restituisce alla della università; cliam concede la /erra della /('ocra e lì casali della Montagna di Kosito, le quali olhn furono di delta città dell' Aquila rcbcllt', come appare in Privil. fol. 70. Se anche il diploma con cui Ferdinando accordava tanti favori e privilcgii ad Amalricc non è giunto a noi, colpa le dispersioni e i saccheggi cui pur troppo soggiacque 1' archivio aragonese, la citala noia de' repertorii ci attesta una peculiare predilezione di quel sovrano verso la picciola terra ob fidclitatem cnja eum observatam, le quali parole concordano colla epigrafe delle monete, e quasi riducono a certezza la ipotesi del valcnle erudito, che ritiene non ad altra epoca appartengano, che all'anno I486.
   I R. Archivio di Napoli. Reperì. Provine. Aprul. di. et ult., T. F. lui. [fi a t.

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