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Annibalc di Varano : Fiat secimdum privilegia, non obstanlì-
bus aliis in contrariimi impetrati^ '.
Morto però Ferdinando li il dì 7 del seguente ottobre, e succedutogli lo zio Federico, tra i capitoli che gli presentarono gli aquilani il 10 dicembre dell' anno stesso, nel suo campo in Traetto, uno ve n'ebbe pure concepito nei medesimi termini di quello accordato il 13 settembre, riguardante il riaprimento della zecca, al quale il re rcscrisse : Placet regiae majcstati - ; ed insistevano in pari tempo sul non meno importante oggetto delle monete di conio francese.
Tanta era la massa circolante del rame di Carlo Vili che, unito a quello già emesso da Ferdinando I, si trovò per tal modo sufficiente ai bisogni, che Ferdinando II s' era astenuto dall'improntare verun pezzo di quel metallo colla propria effigie, se n' eccettui la moneta occasionale col motto Brundusina fìdclitas, che in tenue quantità d' esemplari dev' essere uscita, se lice giudicarne dall'attuale loro scarsezza. Ma sotto il costui governo, come pure durante quello di Federico, che riprese 1' abbandonalo stampo del rame, si ripercosse non iscarso numero di cavalli di Carlo coi vecchi conii di Ferdinando I, altri col nuovo di Federico, operazione che riuscì a tal segno imperfetta, che le monete superstiti lasciano tuttavia l'una e l'altra impronta quasi alla slessa guisa confusamente discernere. Questa riconiazione rcpulo eseguita nella sola zecca di Napoli, perciocché non mi sovviene di aver mai trovalo cavalli di Carlo ristampati coi conii di Ferdinando I che portano il segno della nquilclla ; e quindi mi giova ritenere chiusa la zecca d' Aquila do,K) il ritorno degli aragonesi, ad onta delle regie concessioni ottenute, e rimasta inoperosa durante i regni del figliuolo e del fratello di Alfonso II.
Succeduto frattanto a Carlo Vili, il 1498, nel governo di Francia, e nelle pretensioni sopra il reame di Napoli, Ludovico
1 Regia munificenliu, p. 26'i o 2(i5.
2 [vi, p. 277 e 278.