Gabriele D'Annunzio (Pescara 1863 - Gardone Riviera 1938). Dopo aver pubblicato nel 1879 le prime poesie a Prato, dove si trovava nel collegio Cicognini, si trasferì a Roma nel 1881 per gli studi universitari che non completò mai. Entrò invece negli ambienti giornalistici e letterari iniziando diverse collaborazioni e conducendo una vita dissipata. Dopo il matrimonio con la duchessina Maria Hardouin di Gallese (da cui ebbe i figli Mario, Gabriellino e Veniero), trovò un lavoro stabile come redattore della Tribuna e pubblicò le prime raccolte di novelle. Dopo la fine del suo matrimonio e l'esperienza del servizio militare, a causa di problemi economici si traferì a Napoli nel 1891, intrecciando una nuova relazione con la nobildonna siciliana Maria Gravina Cruyllas, dalla quale nacquero i figli Renata e Gabriele Dante. Nel 1897 fu eletto deputato nel collegio di Ortona, distinguendosi per la scarsa partecipazione ai lavori parlamentari e per il passaggio dai banchi della destra a quelli dell'estrema sinistra. Perseguitato dai debiti, ma conducendo una esistenza sfarzosa nella villa della Cappuccina presso Settignano, in quegli anni compose i suoi principali capolavori. Dopo la fine della relazione con la Duse, per sfuggire ai creditori esiliò in Francia, componendo anche in francese. Rientrò in Italia nel 1915 ed avviò una infiammata campagna interventista in polemica con il governo. Con l'inizio della guerra si arruolò come volontario e compì varie imprese militari, come il volo su Vienna, che compì nonostante un grave incidente aviatorio per il quale perse un occhio. Ritiratosi nella villa sul Lago di Garda divenuta famosa come il "Vittoriale degli Italiani" vi morì nel 1938. |