Francesco Savini (Teramo 1846 - Mosciano S. Angeo 1940). Ricevuti insegnamenti privati, senza conseguire titoli di studio ufficiali, manifestò interesse per la ricerca storica intorno agli anni settanta, e pubblicò i suoi primi lavori nel 1881. I suoi scritti ebbero vasta diffusione e furono giudicati in maniera lusinghiera da numerosi studiosi tra i quali Benedetto Croce, che più volte lo recensì sul periodico "Napoli nobilissima". Considerevole fu il suo impegno nel campo della bibliografia e dell'archivistica: pubblicò regolarmente i più significativi documenti recuperati negli archivi. Da rimarcare in particolare lo studio del Cartulario della chiesa aprutina, importante raccolta di documenti altomedioevali ritenuti perduti, che impegnò il Savini per cinque anni, e che gli procurò il più ampio riconoscimento negli ambienti della ricerca storica italiana ed europea. Insieme alla ricerca archivistica il Savini si occupò anche di archeologia, interessandosi di tutti gli scavi effettuati nel teramano da fine ottocento agli anni trenta del novecento. In particolare sono da ricordare gli studi sul Teatro e l'Anfiteatro romano, ed il rinvenimento della Domus romana. Seguì pure il restauro di tre importanti chiese teramane, attività che lo espose pure a una serie di critiche, a causa di alcuni interventi ritenuti distruttivi, e con ricostruzioni giudicate arbitrarie. Anche nel campo pubblico la sua attività è stata rilevante: fu consigliere ed assessore comunale e ricoprì svariate cariche in diversi enti pubblici |