— i4 —
voci stesse del popolo, concludiamo queste brèvi note 'in-troduttive riproducendo il grazioso indirizzo che le figlie •degli Artigiani di Teramo rivolsero all'amata Concittadina il 17 settembre 1863:
« Ti offriamo tre rese, e una corona di Lauro intrecciata di fiori. Educammo le rose nei nostri orti con cura
assidua, e con orgoglio gentile: sono nate e cresciute da
•* - ' •
quel cespo, da cui sbocciarono quelle' tre, delle quali
tanto affettuosamente cantasti, e di cui sono il simbolo.
Quando piena di ardore ti slanciavi, guardando le rose, al delfico cimento, .gli spettatori spargevano fiori intorno a'te, avvinti al tuo pensiero, ebbri per tanta onnipotenza di genio. Sono simbolo dei tuoi carmi e dei tuoi trionfi.
È, perdona, se osiamo porgerti un serto di quel lauro «acro, che ti posero sulla nobile fronte i sapienti, soli eletti al grande Ministero.
Ma non possiam dirti a parole, né offrirti un simbolo dell'affetto che sentimmo è sentiamo per te. Noi fummo sempre teco col nostro cuore: negli agitati momenti del dolore, nei .trepidi istanti del cimento, nell'ora voluttuosa/ della vittoria; ed in quell'ora -esultavamo della tua gioia « "del tuo trionfo, come di cosa nostra: tanta parte tu sei di noi; tanta giaci a ne viene alla nostra città dalla tua stessa gloria. La quale preghiamo che sia fuoco sacro che accenda ad emularti i nostri sposi, e quelli che nasceranno di noi ; noi tenteremo imitarti nelle domestiche, religiose, e ^civili virtù ».