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^fiétè brigate e nei divertimenti dei cittadini. Ed essa poetava di. continuo a grande soddisfazione di sé e ~ degli altri. »
~ ..Ma ahi! quanta folla di dubbi assalse la Gian-niaa avanti di esporsi al pubblico! Fu improvvisa-tricè prima solp alla presenza del maestro che le dava temi e veniva correggendo i versi che sgorgavano dalla vena spontanea della fanciulla; quindi improvviso in un circolo di pochi amici, alla fine si ^risolvette a pubblici esperimenti. Ma dovè prima lottare assai entro di sé, sia perché, come scrive il Rigutini, temesse l'incertezza del successo, sia perché non volesse cimentare la -salute a troppo gagliarde commozióni, sia infine perché le ripugnasse il dare spettacolo di sé, sapendo inoltre come intorno ai poeti improvvisatori sieno gravi i giudizii degli uomini letterati, gravissimo quello che aveva su loro pronunziato il più autorevole scrittore di quei tempi, Pietro Giordani '). In vero al comparire d'un jm-.provvisatore ripresentasi la questione se si da il dono della poesia improvvisa, sapendosi quanto strazio n'hanno fatto i poetastri. Ma in questa terra di sole &"di fióri non v'è chi la p@ssa negare del tutto, giacché troppi l'hanno avuta in dono e in più tempi; solo si aspetta la prova che da il poeta o .la poetessa per decidersi ali' applauso o al silenzio.
L'applauso non mancò alla Milli, la quale alla prova conquideva gli animi anche più ribelli e chiusi
i) G. RIGUTINI - G. Milli ecc., pag. 19.
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